(...) che però i due presidenti ritengono irrealizzabile: «Dal punto di vista meramente economico è un peccato - spiega Preziosi - che una città come Genova abbia due squadre, perché così si dividono le poche risorse. Però la fusione non può avvenire perché è un'idea che si scontra con la cultura delle tifoserie. D'altra parte il calcio è fatto anche di rivalità, e questo è di stimolo anche per le dirigenze, che ad ogni stagione devono fare un punto in più dell'altra squadra». «La fusione - gli fa eco Garrone - sarebbe intelligente dal punto di vista imprenditoriale, ma non si può fare perché andrebbe a impattare sul lato, fondamentale, sentimentale del calcio. Se ci fosse una sola squadra, ogni anno Genova sarebbe in competizione per lo scudetto o la Champions, ma è un passo che non faremo mai. Rivalità sul campo al massimo livello, ma dobbiamo trovare sinergie nell'interesse sia del Genoa che della Sampdoria, a partire dalle scelte fatte in lega calcio». Un'alleanza dettata anche dalla crisi: «Io e Garrone - spiega Enrico Preziosi - siamo imprenditori, abbiamo la responsabilità di grandi aziende. Il presidente di un club, nella squadra profonde molto denaro. Ma io se devo scegliere se licenziare 200 dipendenti o vendere qualche giocatore, scelgo la seconda soluzione». «Anche i tifosi - afferma Garrone - devono capire che il mondo è cambiato, ci sono meno risorse. Bisogna governare questo cambiamento tutti assieme. Il calcio si ridimensionerà in Spagna e anche in Francia. Per essere competitivi, poi, bisogna puntare sulle infrastrutture come fanno all'estero: il Ferraris è uno stadio bellissimo ma obsoleto.
Mancano spazi per gli sponsor, per attività che permettano ai tifosi di viverlo anche al di là dei 90 minuti della partita».
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