Cronache

Nel mare davanti a Quarto ritorna l'allarme alghe La spiaggia libera non viene mai pulita

Torna l'allarme alga sul litorale di Quarto, ma questa volta non è né killer, né tossica; è solamente fastidiosa. Nel tratto di costa a ridosso dei giardini Simon Bolivar, il lembo di spiaggia libera è infatti completamente ricoperto da un tappeto di alghe, portato a riva dalla forte mareggiata di due domeniche fa. Da allora nessuno si è degnato o preoccupato di ripulire il litorale, aspettando forse che le alghe compissero da sole il percorso inverso. Il risultato oggi è una spiaggia affollata ma con la gente attenta a non adagiarsi sulle alghe, quindi a non sfruttare la battigia. Oltre al danno la beffa dei «vicini», gli stabilimenti privati Doria, stesso mare, stesso litorale ma spiaggia impeccabilmente pulita. «Ogni estate dobbiamo fare i conti con le alghe portate a riva dalle mareggiate - ha notato la titolare del chioschetto ubicato proprio a ridosso della spiaggia libera -. Quest'estate però il problema sta diventando un po' più significativo perché dura da più tempo e nessuno pulisce».
«La spiaggia tra l'altro appartiene al demanio marino - ha aggiunto - quindi non possiamo neanche prendere iniziative private per effettuare almeno una minima rimozione». Oltre verso chi dovrebbe occuparsi della pulizia della spiaggia, quindi Aster, qualcuno ha puntato il dito anche contro il ripascimento effettuato un mese fa circa dalla draga, «colpevole» di aver favorito la costa dei Bagni Doria a discapito di quella pubblica. In una situazione di incuria, con la tattica dello scaricabarile a farla da padrone e un immobilismo permanente, c'è anche chi prova a darsi da fare per rendere più vivibile il litorale. Si tratta del circolo Pegaso, un centinaio di soci impegnati a tenere pulito il mare con uscite in canoa - adattate a idrovore - per rimuovere tutti i rifiuti presenti nelle acque.

«Fino all'anno scorso partecipavamo anche alle operazioni Spiaggia Pulita di Legambiente - hanno spiegato alcuni soci - ma quest'anno non abbiamo più saputo niente».

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