Cronache

Nenad, da ragazzo «spacciato» alla convocazione in Nazionale

Ad appena ventidue anni è anagraficamente impossibile imporsi come «bandiera» di una squadra di calcio, ma Nenad Krsticic è sulla buona strada e, attraverso la pagina Facebook della Sampdoria, ha confessato: «È un obiettivo primario per il sottoscritto. Intendo restare legato a lungo ad una società che mi ha sempre trattato magnificamente. Ho un debito da saldare e proverò a farlo mantenendomi fedele a questi colori».
Dopo tutto, è anche grazie alla Samp, e alla fiducia ottenuta, che ieri gli è giunta - inattesa e per questo ancor più gradita - una lettera di convocazione dalla patria: ma non per la Under 21, bensì per la nazionale maggiore, selezionata da un ex sampdoriano «doc», Sinisa Mihajlovic, per il match contro il Belgio (12 ottobre a Belgrado) e la Macedonia.
Premio legittimo per il ragazzo di Serbia che in campo si comporta come un veterano: maturità precoce, la sua, favorita forse da vicissitudini tremende, superate anche con un'incredibile forza di volontà. Nel dicembre 2008, tre mesi dopo il suo approdo in Italia e con una fresca operazione di menisco alle spalle, gli fu diagnosticato un linfoma nella forma peggiore: i medici gli pronosticarono una vita brevissima. La miracolosa guarigione, a sentire l'interessato, ha precisi nomi e cognomi: «Ringrazio il medico sociale della Samp Andrea Baldari, che fu sollecito ad intervenire, ma anche il dottor Renzo Caselli, sanitario della Primavera. Ma la Samp mi è stata vicinissima in quel periodo così complicato». Due anni più tardi, l'esordio in prima squadra contro il Debrecen, prologo del recente boom di un calciatore predestinato. In patria, quando era sedicenne, lo individuarono come il nuovo Boban, e nel ruolo di «regista» mister Ferrara lo ha impiegato domenica scorsa, mancando il titolare Maresca. «Questa è la mia collocazione preferita - ha ammesso Nenad - ma continuo ad adattarmi senza problemi anche sull'esterno. Sono a disposizione del mister: accetto ogni sua decisione».
In attesa di consacrarsi come uomo-guida, Krsticic si è ormai garantito i galloni di titolare più o meno fisso. Domani pomeriggio al Bentegodi, col rientro di Maxi Lopez al centro dell'attacco, sarà lui a rilevare l'infortunato Eder sulla fascia destra: compito già assolto dignitosamente in passato. Lui, tra gli uomini simbolo di questa Samp fresca e sbarazzina, non nega una certa sorpresa: «Qualche mese fa mai avrei pensato che la Samp sarebbe stata promossa in A e che io mi sarei ritagliato uno spazio così ampio in prima squadra». La gente doriana se lo coccola, e Nenad contraccambia: «Questi sono tifosi fantastici, capaci di regalarti una carica pazzesca con i loro cori. L'“Armata” è il mio preferito». Ragazzo semplice, serio, senza grilli per la testa, sarà a lungo un perno del centrocampo più giovane della serie A. Al suo fianco, l'amico prediletto: «Ho un rapporto ottimale con tutti i miei compagni, che formano un gruppo eccezionale, ma mi trovo bene particolarmente con Pedro Obiang. Lo conosco da quattro anni, è un "grande" sotto tutti gli aspetti».
Nessuna nuova, intanto, dal Mugnaini. La Samp anti-Chievo non è già annunciata ma quasi: salvo sorprese, ancora un rinvio per il debutto stagionale di Castellini. Dovrebbe essere Simon Poulsen al debutto dal primo minuto, a rilevare lo squalificato Gastaldello, previo spostamento dell'eclettico Andrea Costa nel suo ruolo naturale di difensore centrale.
A Verona arbitrerà Andrea Gervasoni, di cui si ricorda quel fischio galeotto per inesistente fallo di Gastaldello su Pazzini che nel febbraio del 2011 costò (complice la punizione di Sneidjer) ai blucerchiati una pesantissima sconfitta casalinga. Il mantovano diresse anche l'ultimo Bari-Samp di serie A, gara sin troppo discussa, in cui assegnò ai blucerchiati un rigore decisivo per fallo su Poli.

Il bilancio complessivo non è tuttavia confortante: con lui, due successi, un pari e ben cinque ko.

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