Cronache

Nervi, Villa Oliva fatta a pezzi prima dai topi e poi dal vento

Cartolina degli orrori spedita dal Paradiso. È più o meno questo il paradosso che si trovano ad affrontare i turisti che viaggiando in treno decidono di fermarsi a Nervi. Dai finestrini dei convogli l'«antipasto» sulla passeggiata Anita Garibaldi e sul mare è qualcosa di paradisiaco. Scesi alla stazione però lo scenario cambia radicalmente e l'impatto con viale delle Palme ha il sapore di casa degli orrori. La colpa è proprio il degrado in cui versa l'antica dimora che apre il viale, di fronte all'uscita della stazione. Si tratta di Villa Oliva, storica residenza un tempo simbolo dei fasti nerviesi e oggi incresciosa testimonianza di un lento declino. Dall'abbandono della villa da parte dei proprietari i primi problemi di degrado e decoro arrivarono nel 1996 con il primo intervento di messa in sicurezza della dimora. A partire da quel momento le cose andarono solo peggiorando, in un costante declino della struttura affiancato ad una telenovela sulle controversie inerenti la proprietà. Con il nuovo millennio Villa Oliva torna ad essere abitata, ma non dai proprietari bensì dai senzatetto che, sfruttando la mancanza di limitazioni d'accesso, trasformano la storica dimora nel loro riparo dal freddo e dalla pioggia.
Insieme ai senzatetto nuovi inquilini diventano i topi che, trovando ristoro tra le mura abbandonate della villa, vanificano ogni tentativo di derattizzazione nelle zone pubbliche limitrofe. Parallelamente alle vicende strutturali, dal punto di vista legale si apre un teatrino con gli eredi che non riescono ad accordarsi sulle sorti della villa e la proprietà che passa ad una società immobiliare di Milano. Gli anni passano, la situazione peggiora sul fronte strutturale - rimanendo immobile dal punto di vista legale - e si arriva ad un secondo sostanzioso intervento di messa in sicurezza nel 2007. Vengono effettuati gli interventi per frenare il declino dell'edificio, da scalare, a livello di spese, dal conto dei proprietari della villa. Negli ultimi cinque anni il declino non si è arrestato, accelerando anzi poco più di due settimane fa. Domenica 15 luglio, le raffiche di vento che hanno colpito la costa, causando forti mareggiate, non hanno risparmiato Villa Oliva resa al vento come un sacco per un pugile. Alberi abbattuti, recinzioni divelte, cornicioni crollati. Danni tali da richiedere l'intervento dei Vigili del Fuoco per tamponare l'emergenza.
E adesso quale futuro per questa villa che, oltre ad essere una pessima cartolina simbolo di incuria e degrado, diventa sempre più una fonte di pericolo?
La proposta più stravagante per Villa Oliva l'aveva tirata fuori in campagna elettorale il candidato sindaco Orlando Portento. «L'Orlando Furioso», tra un tricheballache e qualche cammellata, aveva infatti proposto di trasformare la villa in moschea. Una sparata provocatoria ovviamente visto che l'edificio e il terreno in questione sono privati. Più realisticamente le sorti di Villa Oliva potrebbero avere un risvolto positivo se venissero confermati quelli che per ora sono soltanto rumors. Circola infatti con insistenza la voce che la società immobiliare milanese proprietaria della villa sia fallita. Di fronte a questa possibilità la procedura per trovare un acquirente e vendere la dimora potrebbe snellirsi, ponendo così la parola fine su una vicenda incresciosa vecchia decenni. «Esiste questa possibilità e stiamo verificando l'attendibilità della voce per vedere come comportarci - ha spiegato Michele Raffaelli, assessore alle Manutenzioni e al Verde del Municipio Levante - Parallelamente agli accertamenti legali, stiamo portando avanti gli interventi più concreti per mettere in sicurezza la struttura a seguito dei danni del vento delle ultime settimane».
Entrando nello specifico degli interventi, Raffaelli ha spiegato tempi e modalità di intervento da parte dell'ente municipale a braccetto con il Comune. «La procedura per la messa in sicurezza è già stata avviata e adesso ci stiamo muovendo in accordo con la Asl e l'Ufficio Igiene - dice -. L'obiettivo è intervenire in danno (rivalendosi quindi sulla proprietà per i costi degli interventi, ndr) per salvaguadare una volta per tutte il decoro impedendo alla villa di diventare un rudere.

I tempi per portare i lavori a termine vanno nell'ordine di un paio di mesi e saranno affrontati insieme alla vicenda legale sulla proprietà».

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