Cronache

Il Pdl perde la sua roccaforte in Riviera

Il Pdl perde la sua roccaforte in Riviera

Nel covo dei capurriani, l’hotel Riviera, Ernest Hemingway scrisse «Gatto sotto la pioggia». Quando Giorgio Costa arriva con la moglie Ivana e il cane Davis, un timido sole illumina il Castello sul mare: è lui il nuovo sindaco di Rapallo. «Sarà una città fantasmagorica, pronta a rinascere», afferma mentre i suoi sostenitori lo sommergono. Gli 840 voti di distacco da Mentore Campodonico, sindaco uscente appoggiato da Pdl e quattro liste civiche, vengono completamente ribaltati. Alla fine Costa, 65 anni, funzionario di banca in pensione, si attesta al 53,30 per cento, 880 preferenze in più del suo sfidante.
Lo hanno ribattezzato l’uomo di Armando Ezio Capurro, lui passa oltre e si metafidanza: «Io sono l’uomo di Giorgio Costa». Via le voci maligne. Così come quelle che vedono nella sua coalizione le striature rosse di Italia dei valori e Liguria viva: «Io non ho mai avuto tessere di partito sono al di sopra di queste cose. Ho solo chiesto un aiuto a tutti coloro che volevano risollevare Rapallo». Nella sua vittoria, però, c’è molto di Capurro. In Regione l’ex sindaco ha stretto alleanza con Ezio Chiesa, Giovanni Paladini e Rosario Monteleone. Li ha fatti convergere su Costa. Ha aggiunto la lista civica storica «Circolo via della libertà 61» e «Noi con Capurro», la gemella di «Noi con Burlando» che l’ha portato in via Fieschi. Una micro regione a Rapallo, la cui voglia di cambiamento è stata premiata.
Il nuovo sindaco ha seguito lo spoglio in campagna. Mentre tagliava l’erba lo hanno chiamato, «hai vinto, vieni giù». Che la vittoria fosse nell’aria lo si era capito fin da subito quando una delle tre sezioni di Santa Maria del Campo, la frazione feudo di Campodonico, lo vedeva davanti. Il primo cittadino uscente se ne va da signore, a testa alta: «Lascio l’amministrazione con la coscienza a posto e certo di aver lavorato al meglio». Nel suo point di corso Matteotti i suoi sostenitori sono delusi. Lui li ringrazia uno a uno e spiega cosa non ha funzionato: «Credo che l’elevato astensionismo mi abbia in parte danneggiato, ma ciò che conta alla fine sono i voti espressi e quindi il risultato finale che comunque mi conforta, testimoniando un ottimo radicamento in città». Il suo impegno per Rapallo non finirà certo qui: «Ho fatto il mio dovere da sindaco e lo farò anche da consigliere di minoranza».
L’altra parte della città gongola. Marcia sul Comune. Capurro racconta di aver pianto mezz’ora. Poi si è subito messo al lavoro, chiamando l’assessore regionale Raffaella Paita per fissare un incontro che porti alla sistemazione della rotonda all’uscita del casello autostradale. Costa pensa ad una città per i giovani. Un arzillo vecchietto lo ferma e inaugura il libro delle richieste: «Ci vuole una balera». Lui annuisce.

Per il momento, fascia tricolore virtualmente indosso, a ballare ci pensa lui.

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