Cronache

Il presepe trasformato in roulotte e i Re Magi col trolley al seguito Al Chiabrera «Amahl e i visitatori notturni»

Il presepe trasformato in roulotte e i Re Magi col trolley al seguito Al Chiabrera «Amahl e i visitatori notturni»

Il presepe è una periferia metropolitana, buia, con copertoni accatastati e avanzi di discarica, le statuine sono adolescenti in felpa jeans e berretto che ballano l'hip hop e i Re Magi, i «visitatori», arrivano con trolley e un pappagallo a seguito. Lettura registica particolare, quella di Luca Ferraris, per Amahl e i visitatori notturni, operina in un atto di Gian Carlo Menotti su libretto proprio, andata in scena al Teatro Chiabrera di Savona lunedì mattina e pomeriggio, a chiusura di stagione dell'Opera Giocosa.
Un appuntamento dedicato ai più piccoli, che prontamente hanno occupato la platea, drasticamente abbassando - che bello! - l'età media del pubblico a teatro; e che entusiasti hanno applaudito cantanti, musicisti e ballerini a chiusura di sipario. Ma vediamo questo presepio del Duemila: Ferraris, che ha curato anche le scene e i costumi, cambia l'ambientazione natalizia tradizionale e sposta la scena dalla capanna alla roulotte, in uno spiazzo sporco e squallido, mettendo così in evidenza gli aspetti aberranti della povertà e l'abbruttimento degli individui che popolano un mondo ai margini della società. La fotografia, insieme alle luci (Matteo Mattioli), è il mezzo espressivo scenografico adatto ed ecco quindi le stampe a decorare gli ambienti: gli alberi spogli, il caravan, la costruzione sulla destra dello spazio scenico. Idea che, se non accontenta magari gli spettatori più tradizionalisti, è comunque originale e coerente, con un suo perché, che dipinge un'atmosfera più familiare alle giovanissime generazioni, fatta di balli per strada, immagini digitali, berrettoni di lana e scarpe da ginnastica. Senza dimenticare però la Stella Cometa, classica ma intoccabile guida verso il bambino Gesù. Esecuzione lodevole per gli allievi del Conservatorio di Spezia, emozionati ma a proprio agio sul palcoscenico e con una buona immedesimazione nei personaggi: Ana Dias Seixas (Amahl), Natalia Kornach (La madre di Amahl), Norbert Nagy (Gaspare), Yu Xiao Wei (Melchiorre), Massimiliano Galli (Baldassarre), Marco Paoli (Il Paggio), Chao Yan Chao (Un paggio muto).


Brava l'orchestra - anche questa del conservatorio - ben diretta dall'attento e scrupoloso Giovanni Di Stefano; e bravi i danzatori della scuola «Studio 82» di Penny Crump, frizzanti, scatenati e decisamente in sintonia con i tempi moderni di questa Betlemme metropolitana.

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