Cronache

Quella multa forzata che punisce i turisti solo per fare «cassa»

Il giorno 1 d'Agosto 2012 alle ore 14.56 circa in Via Assarotti a Genova s'è fermata un'auto con targa tedesca con due passeggeri a bordo, naturalmente di quella nazione.
Sono scesi, hanno attraversato la strada e sono entrati in un negozio per comprare un vasetto di basilico genovese.
Il tutto in non più di 25/30 secondi. Nel mentre s'è approssimata alla macchina un vigile amministrativo dell'Amt appena sceso dall'auto d'appartenenza, auto che ha continuato la sua corsa con l'altro occupante per poi ritornare indietro dopo circa due minuti.
Ho notato tutto l'accaduto e prontamente ho richiamato personalmente l'uomo in divisa dall'altro marciapiede della strada con la frase: «Scusi, ma va via subito», e seppure l'addetto non avesse scritto nulla poiché il taccuino era depositato ancora chiuso nella propria mano, l'ha estratto di corsa e sfogliandolo ha incominciato a scrivere in fretta e furia la targa tedesca mentre il turista riattraversava la strada.
Ho fatto notare che il motore era caldissimo e che la sosta s'era protratta per non più di mezzo minuto, giusto il tempo di raccogliere un vasetto di basilico e pagarlo; niente di più.
Sfacciatamente mi sono sentito rispondere che aveva cercato in giro il proprietario dell'auto da un po' di tempo e di aver addirittura fatto segno all'interno del negozio per l'eventuale presenza dei proprietari dell'auto.
Il rappresentante dell'ordine cittadino ha sostenuto che avendo già scritto la targa, non era più possibile cancellarla e a nulla è valso il mio affermare che lui l'aveva scritta dopo che l'avevo cortesemente avvisato. Infatti constatando l'assurda scusa ho preferito non dire altro poiché mi trovavo di fronte ad una persona non troppo veritiera e che quindi non sarebbe valso a nulla pretendere la verità.
Chiaro è che il turista c'è rimasto alquanto male e alla sua gentile richiesta di voler pagare immediatamente, dopo una telefonata effettuata dallo stesso dell'AMT probabilmente ai vigili municipali, s'è sentito rispondere che se voleva pagare la contravvenzione doveva aspettare l'arrivo della Polizia o dei Carabinieri. Ma questa è la prassi normale. Il turista ha quindi preferito non perdere dell'altro tempo scegliendo di aspettare il ricevimento della contravvenzione nel suo Paese.
Nel frattempo è arrivato il «socio» di quello dell'AMT e al mio: «Ma perché fate così anche con i turisti? E che tutto questo per il solo guadagnare un'ora di straordinario ogni venti multe emesse, avrebbe procurato un danno all'immagine della città. E che di tanto bisogno di queste cose non è che ce n'è», mi sono sentito apostrofare che se non la finivo avrebbe fatto la guardia quando al mattino il furgone della ditta per alcuni minuti parcheggia da quelle parti (carico/scarico), essendo il negozio di proprietà di mia moglie, e vale a dire dove i turisti hanno acquistato il basilico.
Dopo aver ricevuto la minaccia velata mi sono allontanato e salutando i due turisti nonché scusandomi sull'accaduto a nome del mio Paese e che non tutti siamo così, la signora mi ha cortesemente risposto: «Che questo succede solo in Italia».
N.B.: A quell'ora in Via Assarotti nel mese di agosto passeranno circa 20 macchine ogni dieci minuti e non c'era intralcio da nessuna parte.
P.S.: E poi dicono che sono stufi d'essere i più odiati?
Figuriamoci noi come siamo stufi che a certa gente venga data una divisa.


Naturalmente ho la targa di quelli dell'AMT poiché credo che la cosa la metterò sotto gli occhi delle amministrazioni comunali e non solo.

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