Cronache

Quezzi, quelle buche dove franano i pedoni e le promesse di Tursi

«Non si riesce a mettere dell'asfalto almeno nelle buche più grandi per tamponare una situazione di enorme disagio?». A interrogarsi e a interrogare le istituzioni locali è Angelo Ottonello residente a Quezzi, poco distante da Salita Costa dei Ratti. Ed è proprio questa antica creuza che parte da piazza Santa Maria e arriva in zona Leamara la causa di problematiche ataviche che da troppo tempo non trovano risposte, quasi un simbolo (negativo) di un quartiere che pare abbandonato inesorabilmente all'incuria da parte della civica amministrazione. Intanto i residenti cadono. Gli anziani hanno paura a percorrere le stradine e le mamme si disperano con i passeggini per trasportare i loro bambini. La causa? Le enormi buche, che salendo diventano voragini. E nel frattempo Comune e Sovrintendenza guadagno tempo scaricando responsabilità.
«Abbiamo denunciato la situazione agli organi di competenza - aggiunge Ottonello - sono venuti a controllare la situazione e l'unica cosa che hanno saputo dirci che c'è un conflitto con la Sovrintendenza che vorrebbe, accanto ai mattoncini centrali, sistemare dei ciottoli laterali. Benissimo, sarebbe una bella cosa. Ma vista la carenza di risorse finanziarie, i tempi si allungano. E allora perché non provvedere temporaneamente con delle gettate di cemento per coprire le buche più grosse?». «Almeno quelle. La situazione è davvero difficile - salta su Giorgio Mancuso -. Sono caduto io e anche mio figlio. Eravamo a piedi. E non siamo certo gli unici». Ma il disagio è anche e soprattutto delle mamme, come Valentina che dal civico 23 compie ogni giorno i salti mortali per spostarsi con le sue due bambine. «Valentina è mia figlia - spiega Ottonello -. Ha scelto di vivere qui trasformando un vecchio frantoio in una bella casa. Ma con il passare del tempo tutto è diventato complicato. Chiediamo che qualcuno si faccia carico della situazione e ci aiuti, ed è anche per questo motivo che ho chiamato l'amico Paolo Aimé, consigliere nel parlamentino della Media Valbisagno».
Rischi e fatica che conoscono bene le mamme di Salita Costa dei Ratti perché muoversi con un passeggino è davvero un'impresa. Non c'è asfalto laterale sufficiente per evitare le fosse scavate dall'incuria e dagli agenti atmosferici che diventano trappole quando piove. E pensare che all'inizio di salita Costa dei Ratti in bella vista spicca un cartello: «Comune di Genova. Rete Bassa Val Bisagno. Progettiamo insieme “bambino nello spazio. Legge 285/97. Bambini protagonisti della città“». «Ma quali bambini? Qui non se ne vedono proprio. Figuriamoci se qualcuno sceglie la creuza come meta attrattiva. I bambini devono muoversi in sicurezza, e di certo qui correrebbero solo dei rischi. Rischiano anche anziani e portatori di handicap qualora dovessero utilizzare una carrozzina per uscire di casa» denunciano ancora i residenti. Una richiesta di aiuto forte, la loro, certamente non isolata. Perché, oltre al problema delle buche, c'è anche quella della rete fognaria e della mancanza di caditoie. Insomma, un degrado diffusi nell'intero quartiere.
«Per l'esattezza su tutta la percorrenza di Salita Costa dei Ratti c'è una sola caditoia - indica Ottonello - che non copre tutta la lunghezza della stradina, raccogliendo così solo una parte dell'acqua. C'è bisogno di posizionarne delle altre, impedendo così di trasformare la creuza in un fiume in piena quando piove. Per non parlare dell'impianto fognario che manca da sempre». Tra i residenti radunati, c'è chi mostra anche l'antico immobile di proprietà del Comune, un tempo adibito ad asilo e diventato oggi un rudere imprigionato tra arbusti ed erbacce.
«E pensare che un tempo - racconta Ottonello - c'erano villeggianti che partivano dalla Svizzera per trascorrere le vacanze estive, qui e in particolare in Salita Costa dei Ratti. Oggi invece, partono solo le denunce, quelle legate al degrado. Basterebbe poco per migliorare le condizioni di vita di chi ha scelto un luogo bellissimo a due passi della città.

Invece siamo qui ad aspettare invano risposte e interventi».

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