Cronache

Quinto, il depuratore che toglie ai cittadini il diritto di respirare

Quinto, il depuratore che toglie ai cittadini il diritto di respirare

(...) ora ne ha ventiquattro - e 24 sono anche i milioni di euro che ci sono voluti per costruirlo! -, ma la situazione non è cambiata di una virgola: puzza, puzza, puzza. Puzzolente, se uno avesse ancora dei dubbi. E la devastante combinazione fetore+afrore provoca allergie, mal di testa, nausea ai danni dei residenti in una zona considerata di pregio e chiamata, fra l’altro, a contribuire al SalvaItalia e al CresciItalia con un consistente esborso di portafoglio al capitolo Imu.
Ci hanno provato in molti a far modificare le cose, oltre al nostro Giornale che, sia detto per inciso, ha un «inviato speciale» permanente, odorante e adorante sul posto, il caporedattore Massimiliano Lussana. Che, assieme alla gentile signora Loredana e ai tre figli Federico, Francesco e Filippo tiene una sorta di monitoraggio costante dell’aria e ne dà puntuale informativa, facendosi parte diligente per tutti coloro che soffrono in silenzio e non hanno le medesime opportunità di ascolto mediatico presso le istituzioni.
Eppure, i risultati, finora, sono stati deludenti: hanno un bel modo di esporsi, Lussana e famiglia, hanno un altrettanto bel modo di pronunciarsi - molto civile e costruttivo - gli altri abitanti di Quinto al Mare. Si sono persino mobilitati alcuni politici, fra cui l’allora consigliere comunale, e attivissimo, Gianni Bernabò Brea. Tutto inutile: il depuratore continua ad ammorbare l’aria, incrementando anzi la quantità e la qualità (si fa per dire) della puzza che tocca ormai livelli oltre i limiti dell’umana sopportazione. E non in uno spazio ristretto: i miasmi si diffondono da via Fabrizi a via Ponte dell’Ammiraglio, a volte travalicano i confini di Nervi a levante e Priaruggia a ponente.
Il Comune che c’era prima, in particolare l’assessore Carlo Senesi, era stato chiaro e rassicurante. Solo che era stato anche smentito dai fatti: «L’odore si sente a seconda di come tira il vento» era stata la spiegazione tecnico-scientifica del membro della giunta. Che aveva anche aggiunto, con encomiabile sforzo di garanzia e supremo sprezzo dell’evidenza: «Quello che si sente non è odore di fogna, ma di reagenti!». Forse intendeva l’accezione «reagenti» nel significato di «puzze che provocano reazione», e in questo senso ci ha azzeccato in pieno. Ma, un anno fa, Senesi - che è pure ingegnere chimico - era arrivato anche al punto di promettere: «Diciamo basta ai cattivi odori. D’ora in poi i residenti possono stare tranquilli, respireranno aria d’arziglio di mare». Belin, che bufala!
Ora la giunta è cambiata, ci sono nuovi amministratori. L’incarico di Senesi è passato, pare, a Valeria Garotta, anch’ella ingegnere civile con indirizzo idraulica. La donna giusta al posto giusto, si dovrebbe dire, particolarmente adatta a far funzionare al meglio il ciclo delle acque e il trattamento dei rifiuti mettendo fine a un disservizio odorifero storico.
Confidiamo, dunque, fino a prova contraria, nel nuovo assessore tecnico che sappiamo assai rispettosa dell’ambiente e appassionata di escursioni in montagna, ma senza dubbio anche pronta a impegnarsi per i cittadini di Quinto al Mare. In questo senso, ci facciamo latori dell’appello che sale da quanti abitano nel levante genovese e non ce la fanno più a turarsi il naso per almeno cinque mesi all’anno. Finché, cioè - diceva qualcuno... -, non cambia il vento. Ma forse è il caso che cominci a cambiare il vento a Palazzo Tursi. Ci vuole aria nuova in città. Meglio ancora, poi, se l’assessore Garotta approfittasse dell’occasione per sentire, letteralmente, che aria tira anche negli altri depuratori e negli altri quartieri. Quinto è Quinto, d’accordo, ma il diritto di respirare, finora, ce l’hanno tutti.

Monti e Fornero permettendo, s’intende.

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