Cronache

Samp, squadra che vince si deve cambiare

Samp, squadra che vince si deve cambiare

Ora che la Sampdoria ha sfondato il muro dei 20 mila abbonamenti, l'unico rischio è quello di farsi travolgere da un eccessivo entusiasmo. I blucerchiati, da neopromossi, hanno vinto le prime tre partite – approfittando di un calendario non impossibile, almeno sulla carta – e adesso dovranno tenere i piedi ben saldi per terra. Domenica a Marassi arriva il Torino di Giampiero Ventura, la bestia nera (o meglio, granata...) che l'anno scorso, in serie B, conquistò sei punti su sei contro i doriani. E però nessuno vuole perdere di vista i reali obiettivi stagionali.
«Ventimila abbonati rappresentano un motivo di grande orgoglio per noi – spiega capitan Daniele Gastaldello, l'altra sera ospite al Sampdoria Club Il Baretto -, è un dato molto importante per una piazza come la Sampdoria. La risposta più bella che hanno dato i nostri tifosi. Ora però tocca a noi. Certo, abbiamo iniziato bene questo campionato. Ma dobbiamo proseguire su questa strada, che resta molto lunga. Non abbiamo ancora fatto nulla. Sappiamo benissimo che arriveranno i momenti bui. Ma dovremo dimostrarci una squadra anche di fronte alle difficoltà. Partita dopo partita».
Qualche guaio è arrivato, in questi giorni, anche dall'infermeria: con Poli out per un mese ed Eder che resta in dubbio, Ciro Ferrara sarà costretto a cambiare qualcosa nella «squadra che vince». Probabilmente ci sarà spazio per Soriano a centrocampo ed, eventualmente, per uno tra Krsticic o Icardi come esterno d'attacco. Cure specifiche, ieri a Bogliasco, anche per Pozzi (caviglia dolorante), che dovrebbe comunque essere disponibile.
Contro il Toro, che la scorsa stagione fu letale nello sfruttare al meglio le (poche) occasioni create, sarà fondamentale evitare distrazioni in difesa. La gara di Pescara insegna: gli abruzzesi hanno trovato due gol, tenendo il match aperto sino all'ultimo. «Se nessuno commettesse degli errori, tutte le partite finirebbero zero a zero – prosegue Gastaldello – è normale fare errori, non saranno i primi e neppure gli ultimi. L'altra domenica, col Siena, avevo sbagliato io. Magari domenica prossima sbaglierà qualcun altro. L'importante è vedere la reazione della squadra. Abbiamo preso il gol del 2-1, poi però abbiamo firmato il 3-1. La risposta c'è stata, vuol dire che volevamo vincere. Siamo una squadra con tanti giovani, certo cose possono succedere. Ma dobbiamo imparare dai nostri errori». Di certo, dice ancora il capitano «c'è lo spirito giusto e la voglia, in ognuno di noi, di dimostrare il proprio valore».
Intanto anche Edoardo Garrone, vicepresidente vicario della Sampdoria, è sempre più soddisfatto del momento magico della squadra: «Un grazie ai nostri tifosi per i 20 mila abbonamenti. Una cosa ancora più importante in un momento in cui c'è crisi, in Italia, anche per le presenze allo stadio. Un risultato davvero significativo. Arma in più? Anche l'anno scorso avevamo sempre più di 20 mila persone allo stadio. Mi ricordo un rigore parato dalla Sud...» spiega Garrone, riferendosi al penalty fallito da Sansone nel play off col Sassuolo, qualche mese fa.
E poi Maxi Lopez, il vero protagonista di questo avvio da sogno dei blucerchiati. «Tutti mi dicevano che era un grande attaccante, ma che segnava poco. Pazzini segnò 19 reti nella sua prima stagione intera con noi? Beh, Maxi Lopez se continua così può fare anche meglio...». Una sorta di investitura ufficiale, quella di Garrone, visto che proprio il Pazzo – in estate – era stato a lungo accostato ai blucerchiati. Poi però la Sampdoria prese altre strade, puntando sulla voglia di rivincita della «Gallina» argentina.

Una scelta che, almeno per il momento, sembra dare ragione alla società di corte Lambruschini.

Commenti