Cronache

Strage di donne, per il prete se la sono cercata

Strage di donne, per il prete se la sono cercata

(...) «Tuttavia - recita ancora il testo - non è serio che qualche psichiatra esprima giudizi a priori, senza aver esaminato personalmente i soggetti interessati, episodio per episodio, anche per evitare l'odio nei confronti dei mariti e degli uomini». C'è anche un giudizio impietoso «su quel fenomeno che i soliti tromboni di giornali e televisioni chiamano appunto femminicidio. Spesso le responsabilità sono condivise. Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada in vestiti provocanti o succinti? Quindi, domandiamoci - conclude Pontifex.it, e con esso il sacerdote lericino -: possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti». Infine, la ricetta salvifica: «Basterebbe proibire o limitare ai negozi di lingerie femminile di esporre la loro mercanzia per la via pubblica, per attutire certi impulsi, e proibire gli spot televisivi erotici, anche nel primo pomeriggio». Amen.
Certo, ognuno è libero di pensarla come vuole, di criticare ed essere a sua volta contestato, sia che faccia l'opinionista da salotto in servizio permanente effettivo, sia che vesta l'abito talare. Basta non fare crociate. E poi, in questi tempi di secolarismo spinto, di laicismo conclamato, di professione di fede nell'agnosticismo, chi lo legge, quel volantino? E invece, no! La Chiesa ufficiale tace, ma in altre «parrocchie» quel pezzo di carta scatena un pandemonio: da un lato i fedeli di don Corsi, che gli esprimono solidarietà, dall'altro i liberi pensatori, all'insegna del maschio assassinio, della provocazione integralista e, naturalmente, della sobrietà dei costumi. A proposito di gente sobria: gli indignati invocano l'intervento del presidente del Consiglio, Mario Monti, «che proprio ieri - tuona Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa - ha parlato della necessità di una nuova rappresentazione delle donne (peraltro il 52 per cento del Paese), affinché intervenga attraverso i ministri competenti. Ma la richiesta è diretta anche a Papa Benedetto XVI e al vescovo di La Spezia». Un bel casino, per un foglietto che non doveva leggere quasi nessuno.
Si scatenano i blog, anche perché don Corsi non è uno che si limita a Goria Pater e Ave Maria. Ci sono i precedenti, come quando, nell'ottobre scorso, mise un altro foglietto in bacheca con le vignette anti-islamiche, salvo ritirarle dopo qualche giorno per sostituirle con il disegno (allusivo?) di un asino che ride. O come quell'altra volta in cui brandì un candeliere contro l'accattone che s'era introdotto in sacrestia... Normale che anche questa volta, con la sua «scomunica» sopra le righe, le reazioni non manchino. A cominciare dal citato Telefono Rosa, che insiste: «Sia rimossa quella dannata lettera! Questo messaggio è una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne». Non mancano i politici: «Da parte di questo religioso è stato commesso un gravissimo errore che merita una condanna molto dura - dichiara la senatrice genovese Roberta Pinotti, Pd -. Sarebbe opportuno che tale errore fosse sanato con una presa di distanza o un provvedimento, anzitutto per ristabilire una corretta interpretazione di ciò che Benedetto XVI ha espresso con la Mulieris dignitatem». L'ascolta il vescovo della Spezia, monsignor Ernesto Palletti, che fa rimuovere immediatamente il volantino e convoca il reprobo: «Contenuti fuorvianti - giudica - rispetto ai sentimenti di condanna per la violenza contro le donne. Con motivazioni inaccettabili che vanno contro il comune sentire della Chiesa». E mentre don Corsi si affretta a fare ammenda - «chiedo scusa alle donne per l'imprudente provocazione» -, Silvio Viale, presidente dei Radicali Italiani, aggiunge: «Per contrastare il femminicidio e la violenza sulle donne non servono crociate e roghi, ma una buona e corretta informazione. Nel 2011, sono state 137 le donne ritenute uccise per motivi di genere. Nel 2012 il numero sarà analogo». Anzi, già due di più: una tragedia familiare si consumata, in mattinata, in frazione Borghetto San Nicolò, a Bordighera. Un uomo spara e uccide la moglie e la cognata, poi si fa esplodere una fucilata in pancia. L'aggressore è in fin di vita. Moglie e cognata sono morti.

Femminicidio o altro, il fatto è che, davanti a tragedie come queste, le crociate religiose o laiche non si dimostrano utili a spiegarne le ragioni e, soprattutto, a evitare che avvengano.

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