Gmobile, la tribù del design sbarca al Salone

Si può essere chic anche sdraiati su un tappeto verde con affaccio sulla tangenziale. L`ultima chicca del cinquantesimo Salone del Mobile è il primo campeggio cittadino dedicato alle forme d’arredo. Siamo nel quartiere Rubattino, a un palmo di naso dalla tangenziale Est e Lambrate. Sullo sfondo, a stagliarsi, l’ex stabilimento dell’Innocenti. Due punti caldi, uno interno, a pochi passi da Via Ventura, l'altro nei pressi sotto il ponte del cavalcavia che dà sull`arteria viaria. I tentacoli del Fuori Salone hanno abbracciato anche questa fetta di città per qualche giorno sottratta al degrado grazie all`iniziativa griffata Esterni e Ferrino, storica azienda specializzata nella costruzione di articoli da campeggio. Il Public Camping offre tutto quanto appartiene al vocabolario del design, declinandolo in modo fresco ed elegante. Il cuore vivo dell’idea pulsa tra una tenda e l’altra (almeno 90 quelle presenti). È arte partecipativa da respirare a pieni polmoni quella che si incontra. Turisti di ogni lembo del mondo bivaccano a due passi dall`area relax che prende vita attorno alle creature appena sfornate. Chiunque può partecipare alla mission: cercare di intervenire sul volto sfigurato di questo quartiere. Da queste parti l’eleganza sposa il divertimento, e allora può capitare di imbattersi in una schiera di architetti furgonati in movimento, un orto metropolitano, un`amaca parking. Giusto per non dimenticare che la sostenibilità degli arredi urbani proposti è un'altra delle sfide che si prefigge il Public Design Festival, la cui terza edizione si svolge a Milano proprio in concomitanza del Salone. "È la prima volta che vengo, sarà divertente" ne è sicura Corinne, mentre Matt aspetta impaziente le luci della sera per planarsi in pista. L`entusiasmo dei rappresentanti di questa tribù del design si tocca con mano, ma la voglia di regalare un po di colore al volto grigio della citta del Salone è molta di più.

Giuseppe Leo