Al Gore le canta allo smog Ma il suo concerto inquina

Star come Madonna per il mega evento pro ambiente Che però produrrà oltre 1.000 tonnellate di CO2

Al Gore le canta allo smog Ma il suo concerto inquina

In principio era il Live Aid. Il mega concerto del 1985 voluto dal rocker Bob Geldof per interessare l’opinione pubblica al dramma della fame nel mondo fu un evento di quelli che segnano una generazione. Il secondo tentativo, vent’anni dopo, stavolta contro la povertà, si fa fatica a ricordarlo: il Live8 è del 2005. Ma che importa, ormai il sistema è collaudato e le star garantiscono la mondovisione. E lo smog non poteva essere da meno delle altre piaghe dell’umanità. Così il 7 luglio prossimo andrà in scena in 7 città del mondo il Live Earth, una staffetta di concerti di 24 ore «per sensibilizzare sull’emergenza planetaria del cambiamento climatico». Dietro l’evento c’è Al Gore, l’ex vice presidente degli Stati Uniti che, dopo la sconfitta elettorale, ha trovato una nuova ribalta sul tema della lotta all’ambiente (il suo documentario «Una scomoda verità» ha anche vinto un Oscar).
Gli organizzatori hanno già annunciato nomi bomba, da Madonna ai Red Hot Chili Peppers, che hanno scelto il palco più prestigioso: Wembley, in Inghilterra. Negli Usa, invece, Gore ha cercato invano di ottenere il pratone del Campidoglio a Washington, ma l’opposizione dei repubblicani lo ha costretto a ripiegare sul New Jersey. Servirà a creare una coscienza ambientalista o solo a fare audience? Di sicuro, nonostante la promessa degli organizzatori di minimizzare l’impatto ambientale, la partecipazione attesa di un milione di persone tra Londra, Johannesburg, New Jersey, Rio de Janeiro, Shanghai, Sydney e Tokyo, finirà col produrre una montagna di inquinamento. Un concerto così può produrre fino a 150 tonnellate di CO2, un «gas serra». Il calcolo viene da Life Gate, progetto creato da un pioniere dell’ecoimprenditoria, Marco Roveda, che dopo aver lanciato e venduto la Fattoria Scaldasole, ora gestisce un network di iniziative per una vita a «impatto zero». «Un concerto di quelle dimensioni - dice l’ingegner Simone Molteni, creatore del software di LifeGate che calcola le emissioni di CO2 di ogni azione umana e le traduce in ettari di foreste necessarie ad assorbirli - produce tanta anidride carbonica quanto 500 appartamenti medi italiani in un mese. Oppure quanto 4.200 furgoni diesel in un giorno. La sfida di questi eventi è riuscire poi a diffondere la coscienza civica del problema».
Ma sotto tiro è anche l’efficacia del messaggio. Diversi blog sottolineano quanto sia poco congrua la scelta delle star. Difficile far passare per ambientalista una regina degli eccessi consumistici come Madonna. Tanto più - si legge sul Ecorazzi.it - che la popstar era nella lista nera del Pmrc, comitato di genitori americani che 20 anni fa accusavano la musica rock di generare violenza. E chi c’era tra i grandi nomi del comitato? Tipper Gore, moglie dell’ex vice di Clinton.

Ma del resto, casa Gore non è famosa per la coerenza. Pochi giorni dopo l’assegnazione dell’Oscar, circolò la bolletta elettrica della sua villa di 20 stanze con piscina: 22.619 kwh al mese, il doppio di quanto consuma una famiglia media americana in un anno.

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