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"Mi dimetto per difendere le istituzioni". Montaruli lascia dopo la condanna in Cassazione

A seguito della condanna definitiva a un anno e sei mesi per peculato, Augusta Montaruli ha deciso di lasciare l'incarico di governo

"Mi dimetto per difendere le istituzioni". Montaruli lascia dopo la condanna in Cassazione

A seguito della condanna per peculato, il sottosegretario all'Università e ricerca, Augusta Montaruli, ha deciso di rassegnare le sue dimissioni. "Ho deciso di dimettermi dall'incarico di Governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza", ha dichiarato l'esponente di Fratelli d'Italia. Le dimissioni, però, non prevedono la resa per la giornalista: "Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti addirittura ostentando clemenza verso chi agita l'arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell'ombra davanti alla 'protesta più forte' di chi la vita se l'è tolta davvero poco più di un anno fa".

Quindi, Augusta Montaruli ha aggiunto con amarezza: "Tutto questo sì è stato decisamente imbarazzante". L'ormai ex sottosegretario ha spiegato: "Concludo oggi questa vicenda ringraziando tutti i protagonisti perché nel giudizio verso una ragazza di ventisei anni, entusiasta di entrare per la prima volta in un'assemblea legislativa e che riteneva di non dover dubitare delle indicazioni sulle modalità di uso dei fondi dei gruppi, non sono stati mai severi quanto il mio". Tutto questo, che secondo Augusta Montaruli non è altro che accanimento, ha determinato "in maniera fondamentale, nel pubblico e nel privato, la donna che sono e che continua a battersi per ciò che è giusto".

Augusta Montaruli ha sottolineato che il suo operato non ha causato "alcun ammanco alle casse pubbliche né altro danno alla pubblica amministrazione e ai cittadini". La condotta portata avanti da Augusta Montaruli pr far fronte a questo specifico caso è stata in linea con quanto richiesto da queste situazioni: "Ho provveduto a partire dal 2012 ad autoescludermi da ogni candidatura per ben cinque anni ed in ogni caso fino alla prima sentenza di assoluzione". Augusta Montaruli, però, non si arrende: "Mi riservo di valutare l'opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Ho creduto, credo e continuerò a credere nella Magistratura. D'altra parte solo chi confida nella propria innocenza e nella Giustizia si sottopone a dibattimento ovvero per così tanto tempo al giudizio in modo pubblico benché un procedimento simile, fin dall'inizio, sia stato mediaticamente esposto.

Così io ho fatto".

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