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Niente foto con le autorità e volo di Stato: Zaki dice no alle proposte del governo

Il ricercatore egiziano rientrerà in Italia con un volo di linea: il trentaduenne ha rifiutato anche l’accompagnamento diplomatico dedicato

Niente foto con le autorità e volo di Stato: Zaki dice no alle proposte del governo

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Niente foto con le autorità e niente volo di Stato: no di Patrick Zaki alle proposte del governo Meloni. Il ricercatore dell’Università di Bologna scarcerato a Mansoura – dopo la grazia concessa dal governo egiziano – rientrerà sabato in Italia con un volo di linea. Il trentaduenne arriverà sabato mattina all'aeroporto di Milano alle ore 8, per poi dirigersi con un'automobile privata a Bologna."La sensazione migliore è la libertà. Domani mattina a Bologna per coronare il sogno tanto atteso": la conferma in un tweet del suo imminente arrivo sotto Le Due Torri.

Zaki ha ringraziato il governo italiano per l’impegno incessante per arrivare alla sua scarcerazione, ma ha declinato le proposte sul tavolo per il suo rientro in Italia. Secondo quanto riferito da Libero, il no al volo di Stato sarebbe legato alle sue inclinazioni politiche: con un volo di linea riuscirebbe ad aggirare la passerella con esponenti dell’esecutivo Meloni. Una decisione presa al termine di un confronto con i suoi legali e che ha acceso il dibattito sul web.

"La decisione di prendere un volo di linea che lo porterà a Milano è del tutto corretta. È un difensore dei diritti umani che mantiene la sua indipendenza dai Governi, di qualunque colore siano", le parole all'Adnkronos di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: "Zaki apprezza tutto ciò che è stato fatto per lui: in queste ore lo ha fatto ampiamente ringraziando le istituzione italiane. Però la decisione di prendere un volo di linea, anziché un volo di Stato, è normale per un difensore dei diritti umani, fa parte del suo essere indipendente. Io avrei fatto la stessa scelta e questo non vuol dire essere contro i governi". Noury ha confermato che è difficile ipotizzare un incontro con il premier Meloni, ma la situazione potrebbe cambiare nei prossimi giorni.

La fine del caso Zaki è stata giudicata come uno ”sviluppo positivo” per le relazioni tra il Cairo e l’Ue. Antonio Tajani ha elogiato il lungo sforzo diplomatico e ha smentito le voci su un possibile baratto per chiudere il caso Regeni. Intervistato dal Corriere della Sera, il titolare della Farnesina ha ribadito che il governo continuerà a lavorare al caso:"Su Regeni stiamo continuando a chiedere di darci tutte le informazioni necessarie per poter procedere nel processo. A chi diceva che ci facevamo prendere in giro abbiamo dimostrato che la serietà del governo, della diplomazia, dell'intelligence hanno portato risultati positivi. Così come liberammo Alessia Piperno dalle carceri in Iran.

Senza fare clamore, minacce, urla, manifestazioni, portiamo a casa i risultati".

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