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Verso l'asilo gratis al secondo figlio. Contributi pagati alle mamme

La premier: "Smontare il mito sulla natalità come disincentivo al lavoro". Un mese in più per il congedo parentale al 60%

Bonus asili nido
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È sempre stato un mantra per Meloni e Fratelli d'Italia: aiutare l'Italia a fare più figli. E così, attraverso decontribuzioni e soldi freschi, il governo mette sul piatto un ulteriore miliardo per le politiche per la famiglia. Gongola la premier che spiega: «Concentriamo le risorse sulla famiglia e con particolare incentivo alla natalità». E ancora: «Ai provvedimenti dello scorso anno, confermati, si aggiungono tre ulteriori misure. Per il congedo parentale, arriva un ulteriore mese, utilizzabile fino a sei anni di vita del bambino dalla madre o dal padre, retribuito al 60%». Il primo mese resta all'80%. E poi la chicca: «Aumentiamo i fondi per gli asili nido; il nostro obiettivo è dire che al secondo figlio l'asilo nido è gratis». Anche se, in realtà, si tratta di un aumento di fondi per il bonus di oltre 150 milioni di euro. E poi c'è il tema della decontribuzione delle mamme. Ossia: le madri che lavorano e che hanno due figli non pagheranno i contributi a carico del lavoratore ma sarà lo Stato a saldare quella quota.

La misura prevede alcuni paletti: per le madri con due figli fino a quando il più piccolo ha dieci anni, per le madri con tre o più figli fino a quando il più piccolo ha diciotto anni. «Il concetto che noi vogliamo stabilire - aggiunge la Meloni - è: una donna che mette al mondo almeno due figli, ha già offerto un importante contributo alla società e quindi lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali e facendo una cosa che non solo aiuta nella pensione ma anche scardinare l'assunto per cui favorire la natalità è un disincentivo al lavoro delle donne. Le due cose possono stare perfettamente insieme. Ultima ciliegina sulla detassazione dei fringe benefit: «Sarà strutturale e lo portiamo, esentasse per il 2024 a 2000 euro per i lavoratori con figli, a 1000 per tutti gli altri».

Non vengono confermati i tagli dell'Iva sui prodotti della prima infanzia: «È stato assorbito dall'aumento dei prezzi», la giustificazione della premier. E poi c'è una maxi deduzione per chi assume a tempo indeterminato: una super deduzione al 120% per assunzioni tempo indeterminato, che sale al 130% per chi stabilizza mamme, giovani under 30, soggetti con invalidità ed ex percettori del Rdc. «Ancora una volta il governo Meloni mette la famiglia al primo posto», esulta in una nota, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella. Che aggiunge: «La legge di bilancio conferma la grande attenzione del governo per le famiglie, per la natalità, per il lavoro femminile, per il valore sociale della genitorialità, per il sostegno alle situazioni di fragilità.

Il tutto non attraverso bandierine o misure spot, ma tramite interventi organici che proseguono nella rotta tracciata fin dallo scorso anno e che delinea una direzione ben precisa».

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