Cronache

Il Grifo e l’ottavo posto come unico obiettivo Purché rientri Palacio

(...) Ma ricordo benissimo che, grazie all'effimera doppia vittoria a spese (e recriminazioni) di Siena e Bologna, prima che andasse in scena l'amaro set tennistico del San Paolo (Napoli-Genoa 6-1) c'era chi s'ostinava a credere che la classifica del Grifone rispecchiasse la reale potenzialità della squadra affidata a Malesani. Tant'è che quando scrivevo su queste colonne e dicevo in tivù che per me si trattava di un Genoa da 8°/12° posto (ma al netto di Palacio da 15°) non mancava chi storcesse il naso, ambendo di più. E ricordo perfettamente gli allarmi che sto lanciando da un anno e mezzo a proposito della perigliosa deriva che pervicacemente insidia la navicella blucerchiata.
Ora chissà se cosa riserverà il futuro visto che s’è interrotto il singolare rapporto Preziosi-Malesani (famolo strano, dicono a Roma). Non in favore di Del Neri, visto che gioca con un «4-4-2» nel quale l'unico talento calcistico degno di Palacio dell'attuale organico (Jorquera) avrebbe trovato spazio con difficoltà anche maggiori di quelle che non gli ha saputo e voluto minimizzare Malesani, ma del sorprendente (nel senso che il suo nome non era certo tra i papabili) Marino. Comunque la lascio lì perché è ancora tutto troppo fresco ancorché inevitabile e perché con Preziosi, quando il mercato impazza, è sempre possibile tutto e il contrario di tutto. Ad maiora.
2011: il peggiore anno dei 65 di vita blucerchiata. Dal 4° posto con accesso ai preliminari di Champion's League all'autoretrocessione più imbarazzante della storia della serie A giù giù fino all'attuale 10° posto in B dopo la «ventesima», con 17 punti di distacco dal Torino, 12 dal Verona, 11 dal Sassuolo, 10 dal Pescara, 9 dal Padova e «solo» 2 dalla Juve Stabia per il semplice motivo che è penalizzata di 4, sicché in realtà sono 6 con la minacciosa aggravante che la matricola campana magistralmente guidata da Piero Braglia sta giocando il miglior calcio del campionato. Questo scrivo per ricordare solo le 6 squadre che occupano i primi due posti che alla fine assegneranno la promozione diretta in serie A più gli altri quattro che varranno la disputa dei play-off, tralasciando per carità di patria la Reggina che sta precedendo la Sampdoria di 4 punti e il Grosseto e il Varese (di scena a Marassi il giorno della Befana per chiudere il girone d'andata) che la sopravanzano di 2. Senza contare che la zona che scotta sta solo 6 gradini più sotto.
E attenzione, lunare fenomeno Cavasin a parte, il principale difetto della macchina blucerchiata va ascritto solo in minima parte alla presunta insipienza degli allenatori, dal quieto Di Carlo (occhio al suo Chievo in A) al fosco Atzori che fece bene a Reggio al tarantolato Iachini maestro di promozioni. Qui il difetto sta totalmente nel manico e il manico si chiama Dirigenti: che, lungi dall'essere riusciti a porre rimedio all'autosciagura del campionato scorso, si ritrovano alle prese con un organico tecnico dal rapporto qualità/costi allarmantemente deficitario. Assumendo Marotta con ampio mandato Garrone fece centro. Togliendogli le deleghe ha clamorosamente ceffato. Con un direttore generale ombra (Guastoni) che fa quadrare i conti da Milano (Pazzini e Poli svenduti all'Inter) e la sudditanza psicologica del direttore sportivo (Sensibile) nei confronti del maestro (Sabatini) che sta a Roma, il calcio non funziona. Leggo: «Obiang non si muove fino a giugno!». Poi va alla Roma? Bella politica dei giovani: dopo Poli (perché aveva la pubalgia?), Obiang (perché porta le lenti a contatto? Qualcuno ricorda Moreno Mannini?)! Ora che sta per elidersi il cordone ombelicale con capitan Palombo, sento parlare di due 23enni del Brescia, lo svizzero Berardi difensore di fascia e l'argentino Juan Antonio attaccante, sponsorizzati da Iachini e dunque presumibilmente validi, e spero si dia un'occhiata al centrocampo. Ma per garantirsi un futuro migliore occorre reperire con urgenza un sapiente direttore generale, come - tanto per dire - sarebbe stato Gasparin con le opportune deleghe della proprietà. Comunque buon Natale a tutti, con l'augurio che il mercato di gennaio regali a Iachini un organico tanto smagrito quanto tecnicamente e atleticamente migliorato.

In vista di che, si vedrà.

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