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Grillo prova a infilarsi nel corteo: lo buttano fuori a suon di "vaffa"

Il comico genovese insultato dagli studenti: "Buffone, hai manie di protagonismo, non vogliamo prime donne qui..."

Grillo prova a infilarsi nel corteo: lo buttano fuori a suon di "vaffa"

Bologna Questa volta il «vaffa» se l’è preso lui: il comico genovese Beppe Grillo, in tour in Emilia Romagna per il suo spettacolo teatrale, si è presentato ieri mattina nel cuore della cittadella universitaria di Bologna, in piazza Verdi, per sostenere la mobilitazione degli studenti contro il decreto Gelmini. Ma quando è andato incontro al corteo di circa 15mila giovani (30mila per gli organizzatori) che stava imboccando via Zamboni, la via dell'università, l'accoglienza è stata a dir poco pessima: «Beppe Grillo pezzo di m...» ha intonato un gruppo alla testa del corteo. E ancora: «Buffone, buffone». Il comico, attorniato dai suoi ragazzi del Meetup e inseguito da uno stuolo di fotografi e giornalisti, si è rifugiato prima dietro a un'auto parcheggiata, poi sotto il portico lungo la strada, quindi si è allontanato in tutta fretta. «Grillo ha manie di protagonismo, se voleva poteva sfilare con noi dall'inizio, non vogliamo prime donne qui - spiega Viola, giovane studentessa di Lingue impegnata a guidare lo striscione di apertura del corteo -. Questo è il nostro movimento spontaneo, è la causa che deve parlare». «Hanno ragione - ha ammesso Grillo diplomaticamente dopo la contestazione - io non sono qui per fare un comizio, ma per dare la mia testimonianza di sostegno». Per lui, la contestazione è arrivata solo da un gruppetto dei centri sociali «che pensa sia stato io l'artefice della disfatta della sinistra. Ma hanno bisogno di capire bene chi sono i nemici». Poi, rivolto ai cronisti: «I titoli li farete sul buffone?». Una volta sfilato il grosso della manifestazione, con il comico genovese al sicuro dentro un locale di piazza Verdi, Grillo è tornato alla carica, unendosi al gruppo degli studenti di chimica che lo hanno infine accolto con applausi. Gli è stato anche offerto un camice bianco dei precari, che ha indossato. Quando il corteo si è dovuto aprire per il passaggio di un'ambulanza, Grillo ha sussurrato «Cossiga...», riferendosi alle parole dell'ex presidente della Repubblica che aveva evocato una sorta di strategia della tensione nelle piazze. Prima, aveva invitato a smascherare «i poliziotti finti, infiltrati nella manifestazione» e a «smetterla» con i manganelli. E dal presunto infiltrato durante gli scontri di piazza Navona a Roma, Grillo s’è beccato un altro «vaffa». Il ragazzo, Alberto Palladino, 21 anni, ha mandato in rete un video: «Sono militante del Blocco studentesco, e non una guardia infiltrata. Mi spiace dover smentire eminenze come Beppe Grillo...».
Ma tra i contestatori di Bologna c’è pure chi si smarca: «Non sono d'accordo con chi lo ha criticato - ci tiene a far sapere Caterina, studentessa del Dams -. Lui rappresenta la società civile e noi abbiamo bisogno di allargare il nostro movimento». Prima dei fischi, il comico genovese aveva descritto l'iniziativa degli studenti contro la Gelmini come «una cosa fantastica» perché «permette di rovesciare la piramide e mettere al centro gli studenti». C'è stato tempo anche per una battuta sul sindaco Sergio Cofferati, presto nuovo cittadino di Genova per motivi di famiglia: «Cofferati? Non so proprio cosa gli faremo fare. Ma Genova è la città perfetta per scomparire».
Concluso lo show di Grillo, è continuata la protesta studentesca: in via Castiglione dalla testa del corteo sono scomparsi i volti acqua e sapone dei ragazzi, sostituiti da quelli di centri sociali e frange più radicali delle contestazione. Secondo la polizia non si trattava più solo di studenti. A quel punto l'obiettivo è diventato forzare la «zona rossa» e raggiungere la sede della Confindustria locale, ma la polizia si è schierata in tenuta antisommossa. Il muro contro muro è sfociato in una carica e sono volate manganellate da una parte e bottiglie e lattine piene dall'altra. Il bilancio: sei manifestanti feriti, tra cui una giovane giornalista colpita alla testa da una bottiglia. I manifestanti, ridotti a circa un migliaio, hanno infine bloccato il ponte sulla stazione, mandando in tilt il traffico cittadino.

Poi, dopo nove ore di mobilitazione, la protesta si è fermata.

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