Guerra

"Attacco preventivo se Kiev riceve armi nucleari". La nuova minaccia di Medvedev

In visita in Vietnam, l'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha rilanciato le proprie minacce se l'Occidente dovesse fornire armi nucleari all'Ucraina

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In questo primo anno e mezzo di guerra lo si è visto quasi sempre a Mosca. A volte in riunione con Vladimir Putin, visto il suo ruolo di vice presidente del consiglio di sicurezza russo, altre volte in platea durante alcuni dei discorsi del leader del Cremlino. Ma Dmitry Medvedev è stato attivo in questi mesi soprattutto su Telegram, lì dove ha spesso lanciato esplicite minacce all'occidente.

In queste ore si trova in Vietnam e anche da qui non ha risparmiato stoccate sul fronte del conflitto. Ha infatti definito pagliaccio il presidente ucraino Zelensky, ha aperto a delle trattative ma non fin quando a Kiev continuerà a esserci l'attuale leadership e infine, l'affondo sul nucleare: "Guai a fornire armi nucleari all'Ucraina", è stata la sua minaccia odierna ai microfoni dei media vietnamiti.

L'affondo sul nucleare

Sono giorni concitati sul fronte della discussione relativa alle armi atomiche e quando si tocca questo tema ovviamente la tensione è destinata a salire. Ieri da Minsk il presidente bielorusso Alexandar Lukashenko ha reso noto che la Russia ha iniziato il trasferimento di parte degli ordigni nucleari nel suo Paese. Una mossa già anticipata nelle scorse settimane e presentata dal Cremlino come risposta al maggior rafforzamento militare della Nato nell'est Europa.

Dal Vietnam Medvedev è tornato sul tema, rimarcando il punto di vista di Mosca. In particolare, l'ex presidente russo ha puntato il dito contro eventuali "tentazioni" dell'Alleanza Atlantica di rispondere alla mossa fatta da Putin in Bielorussia. La sua preoccupazione, in particolare, riguarda la dotazione a Kiev di ordigni nucleari. Anche se al momento in Occidente non si è mai parlato di uno scenario simile, Medvedev ha però voluto mettere le mani avanti a modo suo.

"Ci sono inesorabili leggi di guerra. - ha dichiarato - Se si tratta di armi nucleari, dovrà essere effettuato un attacco preventivo". Ossia, dovrà essere la Russia ad attaccare eventualmente per prima. Così come riportato dalla Tass, Medvedev ha poi rincarato la dose. "I Paesi della Nato stanno aumentando i tipi di armi che inviano in Ucraina - ha detto - visto che al regime di Kiev probabilmente verranno dati aerei e forse armi nucleari. Ma ciò significherà che cadranno su di loro i missili con cariche nucleari".

La parziale smentita di Mosca

A stretto giro di posta, dalla capitale russa sono uscite dichiarazioni che sembrano smentire le dure minacce di Medvedev. A pronunciarle è stato il vice ministro degli Esteri russo, Serghey Ryabkov. "La Russia - ha spiegato in un'intervista rilasciata alla rivista International Affairs - non ha alcuna intenzione di usare armi nucleari nel conflitto in Ucraina". Parole forse pronunciate prima delle dichiarazioni di Medvedev, ma fatte uscire comunque subito dopo gli affondi dell'ex presidente.

A testimonianza del fatto che le frasi dell'attuale numero due del Consiglio di sicurezza, spesso non appaiono esattamente in linea con il Cremlino. "I nostri nemici - ha proseguito Ryabkov - speculano cinicamente su questa situazione e cercano di attribuirci l'inesistente intenzione di usare armi nucleari per quello che sta succedendo in Ucraina. Ma non c'è stato alcun cambiamento nel nostro approccio a questa difficile questione".

Nessun accordo con Zelensky

Dal Vietnam Dmitry Medvedev è tornato poi sulle possibili trattative di pace. L'ex presidente non ha escluso futuri tavoli di trattative e non ha chiuso la porta agli attuali tentativi di mediazione di altri Stati. Ma ha ribadito l'attuale intenzione di Mosca di non voler dialogare con Volodymyr Zelensky.

"Finchè al comando a Kiev rimane Volodymyr Zelensky - ha dichiarato ai giornalisti presenti in Vietnam - non sarà possibile alcun negoziato.

Finchè c'è il regime di Kiev, c'è il pagliaccio Zelensky, i negoziati sono impossibili".

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