Guerra in Ucraina

Saltano le difese aeree in Crimea. L'attacco che vuole "distruggere tutti i russi"

L'Ucraina bombarda la Crimea. Distrutto una batteria di S-400 e danneggiate delle batterie navali russe. Kiev anima la volontà di riconquista della penisola occupata da Mosca

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Le forze armate ucraine hanno colpito in giornata la Crimea infliggendo un colpo alle postazioni russe presenti nella penisola che Mosca ha occupato nel 2014 e annesso al suo territorio: in un video pubblicato dal Gur, il dipartimento d'intelligence militare subordinato al ministero della Difesa ucraino, si vede un sistema antiaereo S-400 colpito e in fiamme, presumibilmente per l'azione di un drone.

Le riprese del video, che mostrano a una quota relativamente bassa e nitidiamente il sistema russo bruciare consistentemente, confermano l'eliminazione di una batteria di missili superficie-aria utilizzati per l'interdizione di attacchi aerei o balistici (nome in codice Nato "Triumph") ad opera di quello che, realisticamente, potrebbe essere un drone turco Bayraktar Tb2. Il sistema è stato geolocalizzato come posto nel villaggio di Olenivka, sito nella penisola di Tarkhankut, all'estremità occidentale della Crimea, dall'analista Osint britannico basato a Kiev Jimmy Rushton. Il quale ha, del resto, mostrato in un post suo profilo su X (Twitter, ndr) che nella stessa area sono state riportate molte altre colonne di fumo levatesi in volo a seguito di presunte operazioni offensive ucraine.

Distrutto sistema antinave russo

Non solo la batteria di S-400, infatti, è finita nel mirino ucraino. Sempre nella giornata odierna un funzionario dell'amministrazione in esilio di Mariupol, Petro Andriushchenko, ha scritto su Telegram che forze ucraine hanno colpito e danneggiato con attacchi balistici batterie in pieno assetto operativo del sistema missilistico antinave russo Bastion (dotato di missili che possono colpire navi fino a oltre 350 km dalla costa) che Mosca ha schierato nella stessa penisola. Andriushchenko ha parlato di sette esplosioni diverse e del fatto che "anche le stazioni radar sono state danneggiate". Realisticamente l'attacco potrebbe essere avvenuto nella medesima località di Olenivka e le esplosioni fare riferimento a quelle indicate sul suo profilo da Rushton.

L'attacco alla Crimea arriva a un solo giorno di distanza dall'ammonimento del generale Kyrilo Budanov, comandante del Gur e tra gli uomini della "guerra-ombra" di Kiev a Mosca. "Distruggere gli occupanti in Crimea, è quello che vedete e vedrete ancora nei prossimi giorni", ha affermato Budanov, anticipando le mosse e invocando la necessità di portare l'offensiva in atto nell'Est del Paese fino a spazzare via dalla Crimea e dal Mar d'Azov, totalmente sotto il controllo di Mosca, le forze russe che hanno invaso il Paese.

L'attacco odierno è anche una celebrazione della Giornata della Bandiera, che cade proprio il 23 agosto, festa nazionale sentita in Ucraina dal 1992, anno in cui fu istituita per celebrare il fatto che quel giorno, un anno prima, un gruppo di manifestanti avesse issato sul palazzo del parlamento ucraino (la Rada) a Kiev la bandiera giallo-azzurra celebrando la ricerca di libertà del Paese dopo il fallimento del golpe che a Mosca, in quell'agosto rovente, aveva puntato a spodestare Mikhail Gorbaciov e consolidare la presa dell'Unione Sovietica sulle repubbliche federate. Accelerando invece la sua dissoluzione.

Lo scopo di questi raid

L'attacco assume valenza di valorizzazione dell'orgoglio nazionale: la Crimea è vista come terra "irredenta" da riportare alla madrepatria dopo l'occupazione russa nel 2014. E il falco Budanov non a caso ha indicato nel giorno odierno il D-Day per questi attacchi, i più imponenti da tempo sulla Crimea, risvegliando la volontà ucraina di riconquista. "Sarà dura", ha ammesso Budanov, conscio del fatto che l'offensiva langue e che siano proprio le azioni a sorpresa di Kiev le più efficaci, proprio perché asimmetriche. Ma l'obiettivo è ritenuto vitale per ottenere "garanzie di sicurezza" per l'Ucraina. Gli attacchi ai missili russi anti-aereo e anti-nave in Crimea sono il complemento di una serie di offensive condotte anche dal mare, con i droni navali, e con le incursioni d'intelligence contro le infrastrutture critiche russe.

L'Ucraina ha più volte colpito il ponte di Kerch che unisce la Crimea al resto delle terre sotto amministrazione russa nel sud del Paese, mentre proprio oggi i servizi segreti britannici hanno evidenziato i danni inferti dagli attacchi ai ponti di Chongar e Henichesk, che collegano la Crimea occupata con l'Ucraina, alla logistica dell'esercito russo. L'Ucraina non si dà per vinta, insomma, e dopo gli attacchi coi droni a Mosca un altro segno del fatto che Kiev vuole portare la guerra in quello che la Russia considera il suo territorio è arrivato.

Nel più inaspettato dei modi per le forze di Vladimir Putin.

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