Guerra

Gps down e l'ombra della guerra elettronica. I Paesi Baltici: "Sistemi di difesa ai confini con Mosca"

Estonia, Lettonia e Lituani costruiranno nei prossimi anni una zona fortificata al confine con la Federazione. Crescono i timori nella Nato per una guerra con la Russia ed è mistero su interruzioni al segnale Gps nell'est Europa

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Mentre la Nato prepara la più grande esercitazione militare dai tempi della Guerra Fredda e sempre più ufficiali parlano della possibilità di una guerra con Mosca nei prossimi anni, gli Stati baltici iniziano a fortificarsi. Estonia, Lettonia e Lituania hanno raggiunto un accordo per al creazione di una “linea difensiva” al confine con la Russia.

La notizia è stata diffusa dal ministro della Difesa di Tallin Hanno Pevkur, che in un post su X ha sottolineato l’importanza di “usare il tempo con saggezza per aumentare la prontezza della difesa”. L’intesa è stata firmata a Riga venerdì 19 gennaio e il suo scopo sarà quello di “scoraggiare e, se necessario, difendersi da una minaccia militare”. In caso di guerra con la Russia, le tre repubbliche baltiche si troverebbero in prima linea sia a est, sia a sud-ovest vista la presenza dell’exclave di Kaliningrad. Secondo un rapporto dell’esercito tedesco, la Lituania potrebbe essere la prima ad essere coinvolta direttamente nel conflitto perché gli attacchi di Putin si concentrerebbero sul corridoio di Suwalki, il lembo di terra che collega Kaliningrad alla Bielorussia.

Fin dall’inizio del conflitto in Ucraina, Mosca ha adottato una retorica ostile nei confronti degli Stati baltici, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti delle minoranze russe nei tre Paesi. Nel settembre del 2023, il governo di Riga ha deciso di richiedere ai cittadini della Federazione e ai bielorussi di presentare un certificato di conoscenza della lingua lettone. A dicembre, ha annunciato la deportazione di 1200 persone che non hanno passato il test. Il presidente Vladimir Putin ha definito questa mossa “una minaccia per la sicurezza nazionale della Russia” e ha incaricato il suo governo di elaborare proposte per “proteggere i diritti dei connazionali all'estero e di adottare misure in caso di deportazione illegale entro il 1° luglio”. Una mossa, questa, che secondo l’Institute for the study of war, è prova delle “intenzioni aggressive nei confronti dei Baltici" dello zar. Il think tank britannico ha anche sottolineato il fatto che “Putin ha intensificato gli sforzi di lunga data del Cremlino per creare una base informativa per la futura escalation contro i Paesi baltici, probabilmente come parte dei suoi più ampi tentativi di indebolire la Nato”.

L’ipotesi, dunque, è che il leader del Cremlino possa utilizzare i cittadini russi presenti nelle tre repubbliche come arma di una guerra ibrida a cui Mosca potrebbe già star preparandosi. Il 27 dicembre, le autorità polacche hanno registrato forti interruzioni alla rete Gps, estesesi anche in Finlandia, Svezia ed Estonia nel mese successivo. Il 18 gennaio, il sistema di localizzazione è stato colpito da un blackout totale nelle regioni centrali e settentrionali controllate da Varsavia. Secondo alcuni analisti i malfunzionamenti potrebbero essere opera dei russi, un tentativo di difendere Kaliningrad da eventuali attacchi con droni ucraini.

Un’ipotesi, questa, condivisa su molti canali Telgram, dove si legge che “la guerra elettronica russa proveniente da Kaliningrad sta provocando massicce interruzioni del Gps che hanno colpito mezza Polonia e il corridoio di Suwalki”, proprio quell’area che sarebbe al centro di una guerra tra Mosca e la Nato.

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