Guerra in Israele

"Pronti all'offensiva". Israele e il piano per liberare gli sfollati nella morsa di Hezbollah

Il generale delle Idf a capo del Comando nord ha dichiarato che l'esercito israeliano si sta preparando all'espansione della guerra contro i miliziani libanesi, per permettere il ritorno in sicurezza degli 80mila sfollati dalle regioni settentrionali

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Nel prossimo futuro, la situazione al confine tra Israele e Libano potrebbe degenerare. Il capo del Comando nord delle Idf, il generale Ori Gordin, ha affermato che l’esercito ebraico sta continuano “a prepararsi per l'espansione della guerra e andare all'offensiva" contro Hezbollah, i miliziani del Partito di Dio che dal 7 ottobre hanno iniziato ad attaccare le postazioni e i villaggi oltre la Linea Blu.

Durante un incontro dei sindaci e dei leader delle comunità evacuate dalla parte settentrionale del Paese, l’alto ufficiale ha dichiarato che l’obiettivo dei militari con la stella di David è “cambiare la situazione della sicurezza nel nord in modo da consentire ai residenti di tornare sani e salvi in sicurezza”. Al momento, circa 80mila persone sono state sfollate dalla regione a causa dei continui lanci di missili da parte dei terroristi libanesi, che mantengono una rete di avamposti nel sud del Libano. Di un possibile allargamento del fronte si era già parlato a inizio gennaio 2024, quando un ufficiale delle Idf aveva dichiarato a Reuters che “il prossimo semestre sarà critico anche per il fronte con Hezbollah, perché la situazione al fronte nord non potrà continuare così”.

Dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza ad oggi, in molti hanno guardato con preoccupazione ad una possibile apertura del fronte nord contro i miliziani capeggiati da Hassan Nasrallah. L’8 gennaio, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che “gli Hezbollah vedono cosa sta succedendo a Gaza. Sanno che possiamo copiare e incollare a Beirut”. Il rappresentante del governo di emergenza di Benjamin Netanyahu ha anche aggiunto che “combatteremo a lungo e non un solo nemico, bensì un asse costruito e guidato militarmente dall'Iran. Dovrebbe essere consentito ad Hamas, Hezbollah e all'Iran di decidere come viviamo le nostre vite qui in Israele? Questo non lo accettiamo”.

Ad oggi, le azioni ostili di Israele contro il Libano si sono limitate ad attacchi aerei e di artiglieria contro le postazioni dei miliziani sciiti, oltre ad un raid sulla capitale Beirut che ha portato all’uccisione di Saleh al-Arouri, numero due dell’ufficio politico di Hamas e considerato tra le menti dietro agli attacchi del 7 ottobre. È stato il bersaglio di più alto profilo eliminato dallo Stato ebraico dall’inizio della guerra.

A seguito di questo blitz, il leader del Partito di Dio Nasrallah ha promesso una vendetta “ineluttabile” sul campo di battaglia, ma gli Hezbollah non sembrano al momento interessati a impiegare tutte le loro risorse per aiutare i loro alleati palestinesi.

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