Guerra

"Fratellanza strategica con Hezbollah ma nulla si muove senza l'ok dell'Iran. La maggioranza di Gaza con i terroristi anche perché Abu Mazen è debole"

Il giornalista e analista palestinese: "Tra la mia gente c'è stupore, il rifiuto morale esiste ma non viene espresso. Israele deve avere pazienza, ci vorrà tempo per distruggere tutte installazioni belliche nemiche. Occupazione? Chiamatela come volete"

"Fratellanza strategica con Hezbollah ma nulla si muove senza l'ok dell'Iran. La maggioranza di Gaza con i terroristi anche perché Abu Mazen è debole"

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"Fratellanza strategica con Hezbollah ma nulla si muove senza l'ok dell'Iran. La maggioranza di Gaza con i terroristi anche perché Abu Mazen è debole"

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Khaled Abu Toameh è un giornalista e analista palestinese unico, da anni fronteggia i pericoli che il suo mondo diviso fra il regime religioso-fascista di Hamas e quello autoritario della Autorità Palestinese di Mahmoud Abbas riservano a chi dice la verità. Gli articoli di Khaled sul Jerusalem Post sono una fonte di conoscenza spietata delle dinamiche politiche e ideologiche palestinesi.

Khaled, lei oggi scrive sul Jerusalem Post che, anche in base a accordi presi nei mesi scorsi, Hamas aspetta con ansia che Hezbollah entri in guerra a suo fianco. Accadrà?

«La fratellanza strategica e ideologica delle due organizzazioni è fuori di dubbio, anche recentemente a Beirut sia Hamas sia la Jihad Islamica hanno fatto svariate visite a Nasrallah. Non importa se una è sciita e l'altra sunnita».

Con la supervisione dell'Iran.

«Hezbollah non farebbe nessuna mossa senza il nulla osta dei suoi patron. Per ora quelli si vogliono fare vivi senza troppo impegno, ma in queste situazioni la situazione può sfuggire di mano. Se un colpo di mortaio colpisce un gruppo di israeliani, è fatta. Il legame di Hamas con Gaza, con l'Iran, possono determinare sviluppi; è una guerra ideologica. In Hamas l'aggressività è cresciuta nel tempo col coordinamento su base regolare».

Biden ha ripetuto che la bestialità dell'attacco è tipico solo di Hamas, che i palestinesi sono un'altra cosa...

«Lo stupore tra la mia gente c'è eccome, ma si manifesta poco e in segreto sulla strage orribile, si ha paura di essere creduti sostenitori di Israele. Semmai in pubblico si esclama sulla dimensione dell'attacco, non si pensava che Hamas fosse in grado di agire su vasta scala. Ma di rifiuto morale, e io sono certo che ce ne sia, non si trova espressione».

Anche perché Abu Mazen non ha mai condannato.

«All'inizio usci un post in cui si dissociava, poi però l'ha cancellato. Eppure Abu Mazen desidera che Hamas scompaia, ne ha subito svariate sconfitte e non solo alle elezioni del 2007. Hamas è forte perché la leadership di Abu Mazen è vecchia, corrotta, incapace, non porta a casa nessun risultato pensa solo a sé stessa. Ma anche a Gaza ci sono state proteste subito stroncate. E pochi vi hanno partecipato. La maggioranza sostiene dei leader feroci, fanatici, che non hanno portato che guerre, distruzione, che coi finanziamenti hanno costruito missili e terrorismo».

E le masse dei civili sofferenti di Gaza vedono la situazione in cui Hamas li ha messi?

«Non so. Spero solo che, se Israele è serio e rovescia Hamas, nasca una nuova leadership palestinese che renda chiara la sua rottura col passato. Per ora è difficile sostenere che i palestinesi di Gaza non siano legati a Hamas».

Se Israele è serio?

«Israele deve avere la forza d'animo e la pazienza di distruggere tutte le complesse installazioni belliche che Hamas con molti uomini, molti soldi, su grandi spazi, ha costruito. Ci vorrà molto tempo...»

Sta parlando di occupazione?

«La chiami come vuole. Sto parlando di restare disponibili per molto tempo a non lasciare un territorio inquinato dalla guerra e dall'odio. La presenza dell'Autonomia Palestinese di Abu Mazen, dovrà nel caso contribuire con un lavoro di mesi e di anni».

Lo può fare la leadership che lei descriveva poco fa?

«Mahmoud Abbas, ma anche al Sisi, non sognano altro che di veder scomparire Hamas. Devono prendere una posizione coraggiosa e decidere di cambiare il futuro del popolo palestinese».

Biden ha parlato di «due stati per due popoli».

«Una formula consumata; se Israele si ritirasse dal West Bank, in un attimo Hamas prenderebbe il sopravvento. E sarebbe un bagno di sangue.

Basta con le formulette: i Palestinesi devono dedicarsi a una profonda riflessione andare oltre le dittature e la corruzione che li domina, oltre la disastrosa pulsione islamista che ha preso il sopravvento. Chiediamoci: che cosa è andato storto?».

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