Guerra in Israele

Iron Dome e Arrow 3: come funziona lo "scudo" che ha protetto Israele dall'Iran

I due sistemi di difesa aerea, coadiuvati dai caccia dell'aviazione, sono stati in grado di abbattere il 99% dei missili e dei droni lanciati dall'Iran contro lo Stato ebraico durante la notte

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Le capacità difensive israeliane hanno dimostrato ancora una volta la loro efficacia abbattendo il 99% degli oltre 300 missili e droni lanciati dall’Iran nella notte di sabato 13 febbraio. Lo “scudo” che protegge lo Stato ebraico è basato su una commistione di batterie antiaeree e l’utilizzo di caccia dell’aviazione, che durante le ore notturne sono stati mantenuti in volo dai velivoli cisterna dispiegati da Stati Uniti e Gran Bretagna.

In particolare, sono due i protagonisti delle difese di Tel Aviv: l’Iron Dome e il sistema Arrow 3. Il primo, la “cupola di ferro”, è entrato in servizio nel 2007 dopo la seconda guerra del Libano e ha il compito di intercettare razzi e colpi di mortaio sparati da distanze relativamente ravvicinate. Inizialmente progettato senza il supporto statunitense, dal 2011 è diventato cofinanziato da Washington attraverso la Raytheon Tecnologies. Il sistema è basato sulla triade radar-centro di controllo-lanciatore di missili.

Il radar (EL/M-2084 Multi-mission sviluppato dall’israeliana Delta) rileva una minaccia a una distanza tra i quattro e i 70 chilometri, prevedendone traiettoria e obiettivo. Le informazioni vengono trasmesse al centro di controllo (Battle and Weapons Management Control dell’azienda israeliana mPrest Systems), che ha il compito di elaborarle per attivare la risposta. Se ritenuto necessario, viene poi attivato il lanciamissili armato con vettori Tamir.

Una delle caratteristiche principali dell’Iron Dome è la sua capacità di risparmiare colpi. In base alla traiettoria dei bersagli, infatti, è in grado di distinguere la risposta più adeguata. Se il colpo sparato dal nemico impatterà in una zona abitata, infatti, tratterrà il colpo per evitare uno spreco. La “cupola” è composta in totale da una decina di batterie mobili, ognuna in grado di coprire e difendere un’area di circa 150 chilometri quadrati.

Il sistema Arrow 3 è il più recente ad essere entrato in servizio. Appartiene alla categoria degli intercettori Aws (Arrow weapon system) ed è stato sviluppato congiuntamente dalla Iai (Israel Aerospace Industries) e dalla statunitense Boeing. Secondo le autorità di Tel Aviv, esso rappresenta l’apice dei sistemi di difesa aerea. Il suo scopo è quello di intercettare e abbattere minacce a distanze molto elevate ed è composto da due componenti: il radar e il lanciarazzi. Il primo rappresenta l’”occhio” di Arrow 3 ed è in grado di identificare un bersaglio fino a 1000 chilometri di distanza, rendendo dunque efficace il sistema anche contro armi come i missili balistici. Gli intercettori, invece, possono colpire un vettore nemico situato anche oltre i 100 chilometri di quota, volando a cinque volte la velocità del suono.

I lanciatori sono mobili, quindi possono essere dislocati in varie zone del Paese e anche su piattaforme navali.

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