Guerra in Israele

Israele limita gli accessi alla moschea Al Aqsa. Ira delle Giordania: "Gioca con il fuoco"

Le restrizioni decise dal Cogat potranno essere ulteriormente inasprite nel corso del mese del Ramadan. In tutta Gerusalemme è stata potenziata la sicurezza per prevenire attacchi dei sostenitori di Hamas

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Stretta di Israele sugli accessi alla Spianata delle moschee. Il Cogat (Coordinatore delle attività governative nei territori), l’organismo dell’esercito che gestisce gli affari civili nei territori palestinesi, ha annunciato una serie di restrizioni per i musulmani della Cisgiordania che vorranno recarsi in preghiera nel terzo luogo sacro più importante per l’islam durante il mese del Ramadan, iniziato l’11 marzo.

Potranno entrare solo gli uomini sopra i 55 anni, le donne dai 50 anni in su e i bambini fino ai 10 anni. Tutti, inoltre, avranno bisogno di un permesso valido che sarà soggetto a revisione da parte delle autorità ebraiche e potrebbe essere soggetto a modifiche nei prossimi giorni per “motivi di sicurezza”. È stato espressamente negato, inoltre, l’ingresso a Gerusalemme per gli abitanti di Gaza. Non è stato specificato se queste restrizioni saranno attive anche dal giovedì alla domenica. Prima del conflitto, era concesso a tutte le palestinesi, ai giovani fino ai 12 anni e agli uomini tra i 45 e i 50 anni di recarsi nella Spianata delle moschee. Dal 7 ottobre, Israele ha limitato l’ingresso durante la preghiera del venerdì ai più giovani, concedendolo solo alle donne e agli ultrasessantenni. L’ultima decisione del Cogat è in contrasto con l’impegno assunto dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che la settimana scorsa ha dichiarato che non avrebbe in alcun modo posto limitazioni ai fedeli desiderosi di pregare nella moschea di Al Aqsa.

La decisione è destinata ad alimentare la tensione in un mese in cui la sicurezza nello Stato ebraico è stata notevolmente aumentata e esponenti di Hamas hanno chiamato gli arabi residenti nel Paese all’insurrezione. Secondo il ministro degli Esteri di Amman, Ayman Safadi, Israele sta spingendo la situazione verso “un’esplosione”. "Avvertiamo che profanare la santità della moschea di Al-Aqsa è giocare con il fuoco", ha dichiarato in una conferenza stampa congiunta con l'arcivescovo Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali del Vaticano. La Giordania, in qualità di custode dei luoghi sacri dei musulmani a Gerusalemme, ha ufficialmente respinto il provvedimento del Cogat.

La situazione nella Città Santa e in tutto lo Stato ebraico, dunque, rimane particolarmente tesa. Lunedì 11 marzo, la polizia e lo Shin Bet hanno arrestato 13 arabi israeliani che si stavano preparando a compiere attentati per conto di Hamas.

La tregua a Gaza sembra ancora lontana e pende sulla testa dei palestinesi l’inizio delle operazioni delle Idf a Rafah, l’ultima roccaforte dei terroristi.

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