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Iraq, missili contro la base Usa: "Ci sono feriti"

Il Comando generale americano ha confermato che una base che ospita soldati americani in Iraq è stata colpita da un missile

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Missili contro una base Usa: "Ci sono feriti"

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Gli Stati Uniti hanno confermato la notizia dei missili lanciati contro una base che ospita le truppe statunitensi in Iraq. Dalle prime informazioni pare ci siano feriti e alcuni potrebbero essere americani. "Alle 18:30 circa (ora di Bagdad) del 20 gennaio, missili balistici multipli e razzi sono stati lanciati da militanti sostenuti dall'Iran nell'Iraq occidentale e hanno preso di mira la base aerea di al-Assad. I sistemi di difesa aerea della base hanno intercettato la maggior parte dei missili, mentre altri sono caduti sulla base", ha confermato il Comando generale.

"Si valutano i danni. Un certo numero di dipendenti statunitensi sono sottoposti a valutazione per ferite alla testa. Anche almeno un membro del servizio militare iracheno è rimasto ferito", è la nota diramata su X. Già da ieri si stavano intensificando gli attacchi e si prospettava uno scenario simile. Infatti, secondo la piattaforma mediatica irachena "Sabareen news", vicina all'Iran, si tratterebbe "del più grande attacco in termini di numero di missili dall'inizio delle operazioni" della cosiddetta Resistenza islamica dell'Iraq, un'alleanza di gruppi armati sciiti iracheni sostenuti da Teheran. La stessa piattaforma mediatica ieri pomeriggio ha riferito di "cumuli di fumo sopra la base di Ain al Asad", pubblicando a corredo un filmato che mostra quelle che sembrerebbero essere in realtà le scie di alcuni razzi in cielo.

È di queste ore, invece, la notizia rilanciata da Teheran di un satellite lanciato in orbita che, secondo alcune fonti occidentali, potrebbe avere lo scopo di migliorare la precisione dei missili balistici. La televisione di Stato ha riferito che si tratta di un lancio facente parte del programma spaziale delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Gli Stati Uniti avevano precedentemente affermato che i lanci satellitari iraniani sfidavano una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Per questa ragione avevano invitato Teheran a non intraprendere alcuna attività che coinvolga missili balistici in grado di trasportare armi nucleari.

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