Guerra

"Il fronte può collassare": l'allarme degli ufficiali che scuote Kiev

La primavera è alle porte e l'offensiva russa potrebbe ormai essere prossima. Tra le fila delle forze di Kiev l'umore è basso, ma è il gap di armamenti che non lascia presagire nulla di buono

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Il secondo inverno sta per tramontare sulla guerra in Ucraina. Nessun passo avanti in termini di negoziato, molte attese sulla linea del fronte. Un dato su tutti dimostra la situazione di crisi tra le fila delle forze ucraine: ieri Volodymyr Zelensky ha firmato la legge che abbassa l'età del servizio militare da 27 a 25 anni. La legge, approvata un anno fa, entrerà in vigore oggi e promette di dare respiro alla resistenza di Kiev, che sembra scemare dopo due anni di combattimenti.

La Nato e il piano "anti-Trump"

Sul fronte Nato le notizie seguono un filone ondivago, tra i timori per i futuri "rubinetti chiusi" da parte di Washington e il fronte "macroniano" pronto a intervenire in loco a difesa dell'Europa. Tuttavia, un'indiscrezione del Financial Times, oggi rivela le intenzioni dell'Alleanza Atlantica nel futuro prossimo. La Nato starebbe elaborando un piano per garantire un pacchetto di aiuti militari quinquennali pari a 100 miliardi di dollari nel tentativo di proteggere l'Ucraina dagli effetti di una eventuale seconda presidenza Trump. E' quanto riferito da fonti dell'Alleanza atlantica al quotidiano britannico. La proposta della cosiddetta "Missione per l'Ucraina", che verrà discussa oggi dai ministri degli Esteri della Nato a Bruxelles, è stata avanzata dal segretario generale Jens Stoltenberg.

Secondo cinque fonti diplomatiche dell'Alleanza vicine al dossier, il piano dovrebbe servire a coordinare un sostegno stimato di 100 miliardi di dollari sulla base dell'impegno dei 32 Stati membri dell'alleanza militare. Stoltenberg ha presentato la proposta come un mezzo per "proteggere il meccanismo dai venti del cambiamento politico", secondo le fonti. Ma il piano, qualunque sia la sua ratio, non ha di certo il passo degli eserciti.

La fragilità del fronte ucraino

In attesa di questi sviluppi, le linee del fronte si fanno di cartone, rischiando di collassare. L'arrivo della primavera potrebbe, infatti, corrispondere alla riscossa delle forze russe ovunque i generali russi decidano di concentrarsi. Un timore diffuso fra gli alti ranghi delle forze ucraine. Come riporta Politico, inoltre, il maggior numero di forze e truppe russe e i continui raid con bombe guidate-che da settimane distruggono le posizioni ucraine- la Russia sarà probabilmente in grado di "penetrare la linea del fronte e di distruggerla in alcune parti". Un dato di fatto che mette Kiev in un vicolo cieco, poichè al momento l'Ucraina non possiede tecnologie sufficienti a compensare il gap legato alla massa di truppe che la Russia sta armando. Le uniche armi a cui ci si può affidare, in quest'offensiva di primavera, sono gli errori russi e la resistenza ucraina.

Aver abbassato l'età del reclutamento servirà sì a rimpinguare le truppe al fronte ma le truppe mobilitate dovranno pur essere armate: l'estenuante dibattito negli Stati Uniti sull’assistenza militare all’Ucraina e i ritardi nelle forniture europee non possono che appannare la velocità con cui Kiev potrà ricostruire le unità degradate. Con il dilagare delle fosche previsioni, aumenta anche il pressing di Zelensky sui governi occidentali: "La Russia sta devastando città e villaggi in tutta l'Ucraina, è implacabile nel bombardare in particolare le zone di frontiera e di prima linea", scrive su X il presidente ucraino, aggiungendo che "nulla di tutto ciò sarà possibile quando l'Ucraina riceverà sistemi di difesa aerea affidabili in grado di salvare vite umane e ripristinare la sicurezza nelle nostre città. I Patriot nelle mani degli ucraini hanno dimostrato che tutte le forme di terrore russo possono essere sconfitte".

La guerra dell'"unica possibilità"

A esprimersi sui rischi di questa primavera ci sono un po' tutti, dagli alti strateghi fino a Elon Musk, passando per un numero infinito di Soloni. La conclusione è la medesima: se il famigerato pacchetto di aiuto multimiliardario non passerà, le forze di Kiev saranno costrette a retrocedere un passo alla volta, cedendo pian piano territorio (e cittadini) a Mosca. Le enormi campagne ucraine, così come le grandi città potrebbero crollare. Una battuta d'arresto che, nel mezzo del caos delle presidenziali Usa aggravato dalle elezioni europee, potrebbe rilanciare l'opzione di un negoziato "senza se e senza ma" a danno dell'Ucraina.

Difficile, inoltre, prevedere dove le forze russe andranno a dirigersi: lo scontro della pre-offensiva, che si estende da Kharkiv fino a Odessa nel sud, colpendo soprattutto infrastrutture, è solo un assaggio di quella che sarà la nuova battaglia in estate. Dopo due anni di guerra, tocca costatare che senza un equipaggiamento che metta Kiev al pari di Mosca, questa resta la guerra "dell'unica possibilità", come l'ha definita il generale Valery Zaluzhny: i russi sono continuamente sullo studio del nemico, il che rende qualsiasi sistema d'arma, in un lasso di tempo molto breve, obsoleto, non concedendo mai una "seconda possibilità" al nemico.

Alcuni successi ucraini nelle ultime settimane

Al momento, alcuni segnali positivi si possono comunque registrare sul fronte ucraino: l'attacco via droni agli impianti industriali nella Repubblica russa del Tatarstan segna un punto di svolta sostanziale nella capacità di Kiev di condurre attacchi a lungo raggio in profondità nel territorio russo. Le forze ucraine hanno colpito le fabbriche di droni a Yelabuga e Nizhnekamsk, nel Tatarstan, secondo quanto riferito dall'agenzia di intelligence militare ucraina (Hur). Nelle ultime settimane, l'esercito ucraino ha utilizzato droni a lungo raggio per attaccare con successo una serie di raffinerie di petrolio russe. L'attacco di ieri è il primo di questo tipo da parte dell'Ucraina in Tatarstan, il che rappresenta un significativo cambiamento nella capacità dimostrata dell'Ucraina di condurre attacchi a lunga gittatao nelle retrovie russe.

L'agenzia di spionaggio ucraina dietro gli attacchi, tuttavia, ha fermo un altro obiettivo, strategico e simbolico: il ponte di Kerch.

Una distruzione ritenuta "inevitabile" da parte di Kiev, che starebbe studiando il terzo tentativo di attacco alla via che collega la Crimea occupata alla Russia.

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