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La strana teoria degli 007 russi: "Reclutano narcos per Kiev"

Secondo i servizi d'intelligence di Mosca, Washington starebbe reclutando criminali affiliati ai cartelli della droga nelle carceri americane. Obiettivo? Spedirli a combattere per Kiev

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"Reclutano narcos per Kiev": la strana teoria degli 007 russi

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C'è un filo sottile che unisce gli Stati Uniti, i cartelli della droga messicani e colombiani e la guerra in Ucraina. Non, non è la trama di un episodio di Narcos, ma la ricostruzione rocambolesca che l'intelligence di Mosca fa a proposito delle forze in campo nell'"operazione speciale".

Il meccanismo perverso sarebbe questo: compagnie militare private statunitensi, con il placet dell'amministrazione americana, avvierebbero vere e proprie attività di scouting presso gli esponenti dei cartelli della droga che stanno scontando pene detentive negli Stati Uniti, con il supporto della Drug Enforcement Administration e dell'Fbi, ovviamente. Ai reclutati viene proposto un viaggio-probabilmente di sola andata-in Ucraina, verso la linea de fronte. La ricompensa? La piena amnistia, considerando che non torneranno più indietro, precisa la Tass che ha diffuso la notizia.

Il programma, tuttavia, non sarebbe già operativo ma sarà avviato questa estate, con la costruzione di una vera a propria brigata composta da centinaia di criminali messicani e colombiani. Non solo, aggiungono gli 007 russi: se l'operazione avrà successo, gli Stati Uniti starebbero valutando di replicare l'esperimento con i criminali di mezzo mondo, con situazioni penali altrimenti dette "complicate". Una sorta di legione straniera del crimine, pronta a immolarsi per una causa non propria, a distanza di migliaia di kilometri, a rischiare la morte ogni giorno espiando così le proprie colpe. Un'operazione buona ma ad alto rischio come in Quella sporca dozzina.

I servizi segreti russi, che non menzionano affatto il come, dove e quando della propria tesi, sostengono anche di conoscere con dovizia di dettagli alcuni meccanismi interni. Il reclutamento, infatti, si svolgerebbe non senza "intoppi", dettati dal benestare (o meno) dei signori della droga. Per questa ragione il governo americano o chi per lui sarebbe in trattativa con i grandi cartelli, gli unici in grado di benedire l'opzione. Soltanto dopo l'autorizzazione degli uomini dell'universo Narcos, i singoli detenuti avrebbero il coraggio di aderire al piano. Senza quest'ultima, infatti, non accetterebbero la proposta, temendo di passare per traditori, con grave pregiudizio per la propria incolumità in carcere e per quella delle proprie famiglie.

Questo afflusso di soldati di ventura-stupratori, serial killer, spacciatori-starebbe generando molta ansia sul campo da parte delle forze russe. Per l'intelligence di Mosca, gli Stati Uniti starebbero cercando un vantaggio tattico attraverso questa singolare forma di reclutamento: un'opzione definita "fallimentare" dai russi. Questo perché, attraverso questa scelta discutibile, "l'amministrazione Biden praticamente confessa la sua impotenza e mostra ancora una volta l'impotenza del regime di Kiev che ha alimentato", ha tuonato l'ufficio stampa del servizio di intelligence straniera, sempre dalle colonne della Tass.

L'utilizzo di mercenari non sorprende nessuno in guerra. Ma l'ipotesi da parte russa sembra alquanto artefatta, al fine di pompare la narrazione del nemico come pericoloso e soprattutto nazista. L'ipotesi di un legame tra il mondo dei cartelli del crimine, soprattutto in Messico, e il mondo ucraino viene agitata come uno spauracchio fin dall'inizio del conflitto, alimentando le teorie più fantasiose. Fra queste anche l'ipotesi che armi destinate a Kiev siano state rivendute sul mercato nero e giunte misteriosamente nell'America centrale.

Semmai, sta accadendo il contrario: a quanto sappiamo, è la lotta fra signori della droga che sta prendendo "spunto" dal conflitto in Ucraina. I Narcos acquisterebbero droni e altri tipi di sistemi d'arma sul mercato civile, spesso d'origine cinese, ispirandosi a tattiche di guerra ormai consuete in Ucraina. Da diverse settimane, infatti, i cartelli della droga avrebbero alzato il tiro, utilizzando sistemi d'arma sempre più sofisticati e letali.

Se ad oggi a farla da padrona erano state granate e fucili d'assalto, la comparsa dei droni per attaccare villaggi e comunità ha dato il via a una nuova fase della guerra tra le bande di narcotrafficanti che insanguinano soprattutto il Messico.

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