Guerra in Ucraina

Ucraina, Musk respinge le accuse: "Volevano affondare la flotta russa con i miei satelliti"

Il capo di Tesla e SpaceX contraddice la versione del suo biografo Walter Isaacson sull'attacco in Crimea fermato dopo l'intervento di Musk. "I satelliti non erano stati attivati, mi avevano chiesto di accenderli fino a Sebastopoli"

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Nuovo capitolo della faida tra Elon Musk e l'Ucraina. Il fondatore di SpaceX è intervenuto dopo l'indiscrezione, trapelata sulla Cnn, secondo cui lui avrebbe dato l'ordine ai suoi ingegneri di spegnere i satelliti Starlink nell'Ucraina meridionale per bloccare un attacco contro la flotta russa del Mar Nero. Rispondendo a una serie di tweet in cui veniva implicato il ruolo dell'imprenditore sudafricano nella decisione di fermare Kiev, Musk ha dichiarato che "i satelliti di Starlink non erano stati attivati" e che SpaceX, l'azienda proprietaria della tecnologia per collegarsi a internet via satellite, "non ha disattivato nulla". Smentendo, così, l'accusa di Walter Isaacson, autore della biografia di Musk in uscita la prossima settimana, convinto che il capo di Tesla e X avesse abortito una missione dei droni sottomarini ucraini imbottiti di esplosivo e pronti a colpire in Crimea.

"Le autorità governative (dell'Ucraina, ndr) hanno chiesto di attivare Starlink fino a Sebastopoli. L'intento evidente era quello di affondare la maggior parte della flotta russa alla fonda. Se avessi accettato la loro richiesta, SpaceX sarebbe stata esplicitamente complice di un importante atto di guerra e di un'escalation del conflitto", ha precisato Musk.

L'uomo più ricco del mondo ha garantito il servizio di Starlink in tutta l'Ucraina dall'inizio del conflitto scoppiato il 24 febbraio 2022, ma l'installazione delle antenne nei territori più caldi, come la Crimea, ha sempre rappresentato per Musk e SpaceX una linea rossa da non oltrepassare. Il rischio, come ha ribadito il miliardario, è che la Federazione russa possa rispondere con le armi nucleari. La penisola a sud dell'Ucraina è uno dei principali bersagli militari che l'esercito di Kiev intende liberare nel futuro prossimo, non per forza con le armi, come ha suggerito il presidente ucraino Zelensky.

Tuttavia per Mosca la Crimea, annessa illegalmente nel 2014 e collegata alla regione di Krasnodar dal ponte di Kerch inaugurato da Putin nel 2018, è considerata parte integrante del territorio nazionale e perderla potrebbe rientrare nelle cause per giustificare il dispiegamento del suo arsenale atomico, sebbene la dottrina nucleare russa riservi il diritto di usare le armi nucleari soltanto nel caso di una "minaccia che possa mettere in pericolo la stessa esistenza dello Stato". Un dilemma che divide anche il Pentagono, il dipartimento di Stato e la comunità dell'intelligence Usa, tutti divisi tra una linea più dura e una più diplomatica, per evitare una reazione fuori controllo da parte del Cremlino.

Ciononostante, il governo federale ha firmato un contratto con SpaceX per l'acquisto di apparecchi Starlink da utilizzare in Ucraina fino a quando non cesseranno le ostilità.

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