Politica

«I figli piccoli sono un vero spasso»

La «voce» di Radio Deejay: «Ogni mattina li accompagno a scuola»

da Milano

Ogni mattina fa da scuolabus per i suoi due figli, Filippo di 11 anni e Michele, di 3 anni e mezzo, e circa mezz'oretta dopo aver lasciato il più piccolo all'asilo è in onda in radio. Linus, direttore artistico e voce storica di Radio Deejay, è anche un super-papà, di quelli che la sera cercano di rientrare presto e, invece di uscire, preferiscono stare a casa a vedere la tv con loro.
Quanto tempo dedica ai sui figli?
«Cerco di non rinunciare mai a quell'oretta al mattino in cui li porto a scuola: è sicuramente una complicazione in più sugli orari di lavoro, ma tra noi tre si è creata è una bella complicità a cui tengo molto. E poi la sera cerco sempre di essere a casa per le 19 e non faccio quasi più vita modana: mi piace molto passare del tempo con loro a casa, magari guardando la tv: c'è il piccolo che ha fa già l'imitazione di Dottor House, la fiction di cui siamo fedeli telespettatori. Oppure per vederci un film: con Filippo ne avrò già visti a centinaia. E poi, naturalmente, sono a casa nel finesettimana. L'unico tempo che rubo a loro è quello che spendo per andare a correre».
Cosa fate nei momenti che trascorrete insieme?
«Andare al cinema, ad esempio, è compito mio. Ci vado spesso con il grande, mentre con Michele sto cominciando ora, perché prima era troppo piccolo per stare attento durante tutta la proiezione. L'anno scorso l'avevo portato a vedere Cars e ho passato tutto il film a ricorrerlo per il corridoio. Portarlo non è stata una bella idea. E poi, tra le cose che amo fare con loro, c'è sicuramente l'attività fisica. Porto il grande a fare atletica oppure andiamo insieme in bicicletta. Con Filippo soprattutto ho un rapporto molto stretto, e già un po' soffro pensando che crescendo e diventando un adolescente vorrà giustamente più spazio per sé. Mentre il piccolo è stato nei primi 2-3 anni di vita molto più attaccato alla mamma e io e lui stiamo diventando amici adesso».
Ha fatto qualche rinuncia sul lavoro per dedicarsi ai figli?
«Sono stato molto fortunato in questo: sono diventato papà a 38 anni e avevo già alle spalle la vita professionale più movimentata e impegnativa. Il consiglio che posso dare a chi una famiglia la sta mettendo in piedi ora è quello di aspettare ad avere figli a quando si pensa di avere abbastanza tempo da dedicargli.

La parte più divertente è soprattutto quando sono piccoli: perdersela sarebbe un vero peccato».

Commenti