Cronache

«I miei alberi per sradicare l’Aids dal mondo»

«I miei alberi per sradicare l’Aids dal mondo»

Le tele del pittore amato da Bill Clinton e dai politici che con i suoi alberi sta conquistando il mondo sono esposte in Liguria a Garlenda nel lussuosissimo Relais Chateaux «La meridiana» dove resteranno sino alla fine di agosto. È un evento straordinario, fino ad ora infatti l'artista ha esposto nei musei e nelle gallerie più importanti del mondo.
Di Carlo Cordua, 47 anni, napoletano, in questi ultimi tempi si sta parlando molto. Sia per la sua straordinaria pittura matura e colta sia per la campagna contro l'Aids che grazie alle sue tele e ai suoi alberi sta conquistando il mondo.
Lei è un artista di fama mondiale, le sue opere sono esposte in molti musei d'Europa e d'oltreoceano, come mai ha accettato di esporre in Liguria?
«Perché La Meridiana di Garlenda è il mio rifugio, la fonte di molte mie ispirazioni un posto magico e straordinario che con i suoi colori, i suoi alberi e la sua atmosfera riesce a far rivivere il sogno che io cerco di fissare sulle tele. E poi perché i proprietari Alessandra e Dino Segre sono dei veri professionisti colti e amanti dell'arte. Spesso, chi guarda i miei quadri esprime il desiderio di entrare nella tela e qui è come se questo sogno si potesse realizzare».
In questo periodo la pittura di Carlo Cordua vive in Italia tappe espositive molto importanti: a maggio 18 sue tele di grande formato sono state ospiti della Camera dei deputati a sostegno della Campagna contro l'Aids e il 15 settembre arriveranno al Grattacielo Pirelli, sarà un grande evento.
Perché per rappresentare una tematica forte come l'Aids, ha scelto gli alberi?
«Ho cercato una chiave di lettura per rendere questo male in tutta la sua gravità. Ma volevo che, al tempo stesso l'interpretazione aderisse non solo alla pittura nella sua genericità ma al mio linguaggio. Che è fatto spesso di atmosfere, emozioni, ho scelto l'albero come protagonista, come metafora perché ho potuto narrarlo in tutte le sue modificazioni, dal suo nascere fino alla fase declinante».
A Garlenda sono esposte due opere che riprendono il tema dell'Aids che lei ha preparato per il Presidente Fini...
«Quando sono stato chiamato per raffigurare un tema così delicato e ho pensato all'albero ho voluto che il Presidente vedesse prima come avrei voluto rappresentare un tema così delicato. Sono due quadri molto significativi cui tengo molto, ma che ho voluto portare alla Meridiana per dire che non bisogna mai dimenticare, ma bisogna sperare creando una costante prospettiva che aiuta a vivere».
Cosa spera dalla mostra che si terrà a settembre a Milano?
«Innanzitutto che il messaggio arrivi in maniera forte soprattutto ai giovani, i più esposti al rischio del contagio. Uno dei testimonial principali della mostra-campagna, infatti oltre al Nobel Montagnier e Mara Maionchi sarà Francesco Facchinetti che rappresenterà le nuove generazioni. La sopravvivenza dei malati di HIV è legata ai tempi di scoperta di malattia. Spero che i miei alberi continuino a trasmettere questo messaggio».
Lei è stato chiamato a Madrid dall'Università Complutense uno degli atenei più prestigiosi di Spagna dalla commissione mondiale di scienziati che sta organizzando la spedizione su Marte. L'hanno scelta per rappresentare pittoricamente Marte e i suoi enigmi...
«Si sono rimasto sorpreso da questa richiesta, ma ho accettato con entusiasmo perché di Marte si sa ancora molto poco e quindi molto verrà affidato alla fantasia e alla creatività. Ma sono soprattutto contento, perché si sta incominciando a capire che l'arte può essere un magico collante di luoghi dell'universo per farsi bussola di punti cardinali capaci di mettere in collegamento l'altrove spaziale e geografico con le carte e le stagioni dell'esistenza umana».
Lei è amato molto dai politici, Renato Farina dice che la sua arte allarga gli occhi ai confini della ragione, Roberto Formigoni a riguardo della sua mostra di Milano ha affermato che la Lombardia è onorata ad avere le sue tele non solo per il valore delle opere, esposte in Italia, in Europa e oltreoceano. Ma anche per il profondo messaggio sociale che veicolano...


«Sono due persone molto sensibili amanti dell'arte e il loro pensiero mi onora, ma sono certo che la capacità di ogni artista debba essere quella di trasmettere speranza e serenità non solo con segni e colori, ma con vibrazioni interiori capaci di esercitare un canto alla vita».

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