Controcultura

I versi di Benedetti che tagliano come incisioni

Mario Benedetti pubblica poesie, spesso in siderea clandestinità, dal 1982, da 35 anni

I versi di Benedetti che tagliano come incisioni

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Benedetto e stramaledetto dal dolore, «assediato dalla malattia» (Gian Mario Villalta), Mario Benedetti pubblica poesie, spesso in siderea clandestinità, dal 1982, da 35 anni. Coagulate in un libro che è anche un gesto di amicizia, esplicito nella curatela di Stefano Dal Bianco, Antonio Riccardi e Villalta le sue poesie risaltano come «iscrizioni neolitiche», riescono quando si fanno «nervature d'oro», come in Pitture nere su carta. La poesia, lì, assale in forma di lampi e rasoiate eraclitee («nessuno è qualcuno, niente la notte, nessun mattino»).

Non si legge, allora, si sanguina.

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