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Immigrati, altri sbarchi: Lampedusa al collasso Ue sul barcone dei 1.800: "Non è respingimento"

Prosegue l'ondata di sbarchi: Lampedusa è al collasso. Oltre 1.600 nelle ultime 24 ore. Affonda un barcone nel Canale di Sicilia. Respinto un traghetto con 1.800 clandestini a bordo, l'Europa difende l'Italia: "Non si è trattato di un respingimento"

Immigrati, altri sbarchi: Lampedusa al collasso  
Ue sul barcone dei 1.800: "Non è respingimento"

Palermo - Prosegue l'ondata di sbarchi di immigrati provenienti dalle coste el Nord Africa. Nelle ultime 24 ore sono stati 22 a Lampedusa: arrivate nell'isola 1.623 le persone. Alla fredda statistica dei numeri si aggiunge una terribile notizia di cronaca: nel Canale di Sicilia ieri è affondato un barcone con a bordo una quarantina di tunisini. Solo cinque di loro si sono salvati, gli unici che sapevano nuotare. In totale sono 2.700 le persone presenti stamattina nel centro di accoglienza di Lampedusa, che ha un limite di 800 posti.

Lampedusa è al collasso La situazione è di estrema difficoltà anche perché questa mattina la nave traghetto della Siremar non è arrivata e pertanto non sarà possibile un trasferimento via mare, mentre i ponti aerei possono spostare una quantità di extracomunitari irrisoria rispetto alla massa che si affolla nel centro di accoglienza. È stato deciso di sospendere gli ingressi nella struttura e di alloggiare gli stranieri in altri edifici. Quattrocento persone traslocheranno in mattinata: 200 andranno in locali dell’Area marina protetta, messi a disposizione da Legambiente, ente gestore della riserva, mentre altri 200 saranno ospiti della "Casa della fraternità" della parrocchia di Lampedusa.

Serata tragica Secondo il racconto di cinque tunisini giunti sull’isola su un barcone intorno alle 21.25, una barca è affondata a largo dell’isola. Gli immigrati hanno raccontato, appena giunti in banchina, di essersi trovati prima su un natante con 40 persone che si è capovolto al largo delle acque tunisine. Solo loro si sono salvati, aiutati dall’altro barcone che stava giungendo è sempre diretto a Lampedusa. Gli altri, sono naufragati, tutti ragazzi giovani, dicono agli uomini della guardia costiera che li ascoltano all’arrivo nell’isola per verificare la veridicità delle loro testimonianze. La Capitaneria di porto dopo un confronto con le autorità tunisine ha ufficializzato la tragedia. Il natante, concordavano ormai le testimonianze e quanto le autorità tunisine andavano verificando, si è ribaltato quasi subito dopo la partenza, forse un paio d’ore, quasi certamente ancor prima di uscire dalle acque territoriali della Tunisia. Il barcone era partito ieri sera intorno alle 21, il naufragio è avvenuto dopo circa un paio d’ore e gli occupanti, uno ad uno, sono stati sommersi dalle acque fatta eccezione per i cinque ragazzi poi testimoni a Lampedusa, che sono riusciti a farsi notare questa mattina, riuscendo a sopportare la notte nuotando in mare.

Respinta nave con 1.800 marocchini La nave passeggeri battente bandiera marocchina che ieri aveva chiesto di attraccare sulle coste italiane per fare rifornimento sta rispettando le indicazioni del ministero dell'Interno e si sta mantenendo fuori dalle acque territoriali. Al momento la Mistral Espress è a 15 miglia a largo della costa di Augusta (Siracusa) ed è stato intercettato dalla corvetta Sfinge della marina militare che ha comunicato via radio al comandante di non entrare in acque italiane. L'equipaggio è composto da 83 marocchini e trasporta 1836 persone di diversa nazionalità. In particolare si tratta di 1715 marocchini, 39 libici, 35 algerini, 26 egiziani, 7 tunisini, 6 malesi, 4 sudanesi, 2 siriani e 2 mauritani.

L'Ue: "Non è respingimento" Non consentendo alla nave Mistral Express di entrare nelle proprie acque territoriali l’Italia non ha compiuto un respingimento in mare, vietato dal diritto internazionale, se verrà confermata la versione dei fatti fornita dalle autorità nazionali alla Commissione europea. Lo ha detto oggi un portavoce di Bruxelles, rispondendo ai cronisti durante la conferenza stampa quotidiana dell’Esecutivo comunitario. La nave, che aveva lasciato Misurata ieri, trasportava 1.800 persone e, secondo quanto hanno riferito le autorità di Rabat alle autorità italiane che le avevano contattate, era destinata a rimpatriare molti cittadini marocchini sfollati dalla Libia in preda alla guerra civile. "La nave aveva chiesto di attraccare nel porto siciliano di Augusta per fare rifornimento e continuare il proprio viaggio. Ma quando gli italiani hanno saputo che a bordo c’erano anche persone non di nazionalità marocchina, hanno negato l’accesso alle acque territoriali e offerto di rifornire la nave in acque internazionali" ha detto il portavoce, riferendo quanto è stato detto dall’Italia alla Commissione. "Se questa versione è confermata, e la nave non era in difficoltà, la situazione non richiedeva un’operazione di salvataggio e non si tratta di una respingimento" ha osservato il portavoce.

"Anche perché - ha concluso - la nave non è stata riportata nel porto di partenza".

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