Cronache

Indagini e buona tavola Svelato il segreto del commissario Maigret

Indagini e buona tavola Svelato il segreto del commissario Maigret

Ogni sera, rientrando a casa dopo una lunga giornata di indagini, il commissario Jules Maigret si divertiva a indovinare quale manicaretto sua moglie Louise gli avesse cucinato: un «boeuf miroton», una «blanquette de veau», una «tarte aux mirabelles», o forse un «gâteau aux amandes»... ? A svelare le passioni culinarie del mitico detective è il prof. Hugues Corriat, di Alliance Française (a Genova, in via Garibaldi 20): il protagonista di ben 75 romanzi, frutto della penna del belga Georges Simenon, non è solo un eccellente ispettore ma anche un'ottima forchetta. Fulcro della conferenza tenutasi lunedì scorso, il libro Simenon et Maigret passent à table, scritto da Robert Courtine, amico del grande autore, e tradotto in italiano dall'editore Guido Tommasi sotto il titolo A cena con Simenon e il commissario Maigret. Un'indagine trasversale dei romanzi del grande scrittore fa emergere tutta la sua passione per la buona tavola, e l'amico gastronomo è generoso di ricette, consigli e trucchi culinari, accompagnati da estratti dei romanzi e illustrazioni fotografiche della Parigi anni '50.
Assaporando le pagine del libro si scopre che su 75 titoli, 49 sono farciti di squisitezze da far venire l'acquolina in bocca. Tra tutti, Maigret e il cliente del sabato, Maigret e il fantasma, Maigret e l'informatore, in cui spicca la saporita andouillette, una sorta di salsiccia francese tanto venerata da meritarsi il trono dell'«Associazione Amicale des Amateurs d'Andouillette Authentique» (A.A.A.A.A). E da bravo giallista, Simenon ha disseminato i suoi romanzi di indizi culinari e doppi sensi, gustosissimi da decifrare, giocando abilmente con il parallelismo fra cucina e lavoro poliziesco. Così il sospettato numero uno viene «cotto a fuoco lento», a meno che non sia un tipo ermetico e ribelle all'autorità, uno «duro da cucinare». Ma se ad allargare le fila degli indiziati si aggiungono altri elementi, è probabile che prima o poi finiscano sul «panier à salade», il furgone della polizia che si chiama proprio come… un cestello per lavare le insalate. E qualora il sospettato sia davvero sfortunato, probabilmente verrà sottoposto agli sfiancanti interrogatori di un «boeuf carotte», nomignolo con cui vengono designati i membri dell' «Inspection générale de la Police Nationale (IGPN)», la polizia delle polizie… nonché succulento piatto a base di manzo e carote, che necessita appunto di una lunghissima cottura.
Il commissario Maigret non si limita, però, a mangiare (e bere) di gusto, ma si diverte nel suggerire il grado di complessità delle sue indagini sulla base dei cibi che consuma: un solo piatto mangiato (possibilmente la mitica andouillette) indica un lavoro piuttosto semplice, e un'indagine che si risolve nell'arco di un solo pasto. In 20 romanzi su 75, invece, Maigret si delizia con due portate… e quando addirittura associa carne e crostacei insieme, è alle prese con un caso assai difficile e dai confini indefiniti: la vittima è un suo collega ispettore («né carne né pesce»). In alcuni casi (6, per la precisione) il commissario sembra proprio sudare sette camicie, e si consola con un ricco menu, dall'entrée al dessert: l'indagine è quindi lunga e articolata.
Il buongustaio Maigret mangia bene, volentieri e con cura, e ai suoi appassionati lettori non sarà certo sfuggito che le migliori ispirazioni gli vengono proprio a tavola… merito forse dell'eccellente cucina francese che stimola e acuisce i suoi sensi. E così come usa, in una sinestesia di gusto e intuizione, tutti i cinque sensi per assaporare i cibi, allo stesso modo li usa per sviscerare i misteri del suo lavoro. Ai lettori il piacere di scoprire nei capolavori di Simenon tutti gli indizi del suo profondo gusto per la cucina tradizionale, ora genuina e semplice come un piatto veloce al bistrot all'angolo, ora sofisticata e complessa...

proprio come le indagini del suo mitico personaggio.

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