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L'appello di Berlusconi: "Noi siamo euroscettici, chi vota Pd vota Schulz"

Conta sfiorata (ed evitata) all’ufficio di presidenza, passa il lodo Fitto che potrà candidarsi a Bruxelles. Alle amministrative tandem con Ncd

L'appello di Berlusconi: "Noi siamo euroscettici, chi vota Pd vota Schulz"

Roma - «Presidente c'è un segnale telefonico in uscita...». Nel bel mezzo di un Ufficio di presidenza mai come ieri blindato, è Denis Verdini a stoppare il Cavaliere per avvertirlo che tra i presenti c'è qualcuno che ha il cellulare accesso. Non che sia vietato telefonare mentre parla Silvio Berlusconi, ma in questi anni quella di tenere i telefoni accesi e lasciare che il giornalista dall'altro capo della cornetta abbia una sorta di stenografico della riunione è diventata una pratica diffusa al punto che si è deciso di prendere le contromisure del caso. E l'idea di piazzare un ricevitore che rileva i segnali telefonici in entrata e in uscita pare sia stata di Roberto Gasparotti, storico uomo tv del Cavaliere. È lui, infatti, ad armeggiare con uno strano marchingegno – anche se c'è chi ipotizza si tratti di un bluff in piena regola – e segnalare l'infrazione a Verdini che poi la gira al leader di Forza Italia. L'ex premier se la cava allargando le mani con un «per cortesia...» rivolto ai 66 membri dell'Ufficio di presidenza (30 effettivi più 36 «osservatori» visto che Gianfranco Rotondi ha dato polemicamente forfait perché impegnato a «innaffiare le piante»). Poi torna sui temi all'ordine del giorno, decisamente delicati se Berlusconi è deciso a serrare le fila in vista della campagna elettorale per le europee di fine maggio mettendo a tacere gli attriti interni al partito. E, come previsto, riesce nell'impresa anche se – sottotraccia – i motivi di tensione e insoddisfazione restano tutti.

Parte leggendo alcuni appunti il Cavaliere e quando tutti (compresi gli «osservatori» che in teoria non ne avrebbero diritto) stanno per votare sulle modalità per formalizzare le candidature in Europa è Raffaele Fitto a chiedere la parola. D'altra parte, è il suo il caso che scotta, visto che c'è una decisa divergenza d'opinioni tra la vecchia e la nuova guardia sull'eventualità di candidare i parlamentari nazionali. L'ex ministro spiega di essere «rattristato per ciò che ha letto sui giornali», esclude strappi e assicura che si uniformerà alle decisioni dell'Ufficio di presidenza. Ma dice anche di voler correre seriamente per Bruxelles e, se serve, di essere pronto a lasciare lo scranno a Montecitorio già il 15 aprile, giorno in cui si presentano le liste per le europee. Alla fine, di fatto, è lui ad averla vinta perché la linea che passa all'unanimità è quella che i parlamentari nazionali possono correre a patto che lo facciano seriamente e che, se eletti, lascino il Parlamento italiano e vadano a Bruxelles.

Berlusconi, però, parla anche della prossima campagna elettorale. Spiega che «è ora di fare opposizione a Renzi che andrà a dire in giro che è merito suo se si fanno le riforme». «Da adesso non si scherza più – dice – perché votare Pd alle Europee non significa sostenere Renzi ma uno come Martin Schulz». Forza Italia, aggiunge, deve avere «una linea euroscettica» perché «il nostro elettorato è diviso a metà tra chi è no-euro e chi comunque non vuole abbandonare la moneta unica».
A suscitare qualche perplessità in buona parte del gruppo dirigente, invece, è la sensazione che Berlusconi spinga per un avvicinamento con Ncd.

Non alle europee, anche se alcuni rumors non escludono in lista candidati non sgraditi, ma di certo alle amministrative dove l'ordine di scuderia è quello di tenere in piedi tutte le alleanze che ci sono.

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