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SCHIAFFO ALLA GERMANIA

Il Cavaliere parla dei lager e l'eurosinistra si scatena per nascondere la posta in gioco: dire basta alla Merkel. Forza Italia unita: tutti i capolista il 4 maggio a Bari per aprire la campagna elettorale

SCHIAFFO ALLA GERMANIA

Ci risiamo con i tedeschi offesi. A loro tutto è concesso: italiani pizza e mafia, italiani fannulloni, incapaci, inaffidabili e via dicendo. Maestrini in economia, etica e storia. Che il popolo tedesco, come ha detto ieri Berlusconi, abbia avuto qualche problema di conoscenza su ciò che avveniva nei suoi campi di concentramento mi sembra una verità storica. Negarlo vorrebbe dire che tutti i crucchi sono stati complici dell'Olocausto. Non l'hanno saputo in diretta, ma preso poi atto della crudele verità non mi pare si siano strappati i capelli dalla vergogna. Altrimenti sarebbero meno arroganti con l'Europa e il mondo intero.

Non so perché ieri Berlusconi sia tornato sulla famosa querelle con il «kapò» Schulz, allora eurodeputato, oggi candidato della sinistra a guidare l'Europa. Immagino che volesse ribadire che non siamo, né ci sentiamo sudditi della Merkel e della sua concezione di Europa. Da quel popolo che ha scatenato due guerre mondiali per smania di egemonia non accettiamo lezioni. E oggi, che fortunatamente i cannoni tacciono, non ci stiamo a essere bombardati quotidianamente da politiche economiche diversamente devastanti. Siamo italiani e siamo orgogliosi di esserlo, con i tanti difetti che ben conosciamo. E sarebbe utile anche ricordare il prezzo in soldoni che abbiamo pagato per facilitare l'unificazione delle due Germanie alla caduta del Muro di Berlino.

Porre con forza il problema tedesco dovrebbe essere la questione centrale della campagna elettorale che decide i futuri assetti europei. Noi ci appassioniamo al punto in percentuale che i sondaggi assegnano in più o in meno a questo o quel partito. E ci sfugge il cuore del problema. Che dovrebbe essere: mai più in ginocchio dalla Merkel, come invece ha ordinato Napolitano a Monti, Letta e ora a Renzi. Guarda caso parliamo di tre premier non eletti, quindi privi di quel mandato popolare che potrebbe dare la forza di tenere la schiena diritta nei vertici internazionali. In Italia c'è un vecchio auspicio che recita: non moriremo democristiani. Ieri Berlusconi lo ha semplicemente adeguato ai tempi: non moriremo tedeschi.

Se un giorno o l'altro, oltre che per le europee, ci faranno votare anche per decidere i nostri governanti, potremo ancora provarci.

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