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Alleati, ribelli e fronde: quante spine per Grillo

Il comico difende l'asse con Farage: "Non è xenofobo". E il leader inglese dice ai suoi: "Con M5S sai che casino"

Alleati, ribelli e fronde: quante spine per Grillo

Roma - «La stampa mente, Nigel Farage non è razzista, è simpatico, divertente e ha il senso dello humor». Mister Beppe Grillo detta al The Telegraph le valutazioni sul leader dell'Ukip, il partito ultranazionalista britannico, incontrato mercoledì a Bruxelles per sondare una possibile alleanza tra euroscettici. Accordo che - per il momento - gode di un basso indice di gradimento all'interno del Movimento Cinque Stelle, già in pieno marasma dopo la diffusione di un documento riservato dell'ufficio comunicazione sugli errori commessi nell'ultima campagna elettorale (troppo professorini, poco inclini al dialogo...). Ma occorre eliminare in fretta le tossine della disfatta. Farage avrebbe, infatti, riferito ai suoi uomini che un accordo con Beppe «provocherebbe un casino inimmaginabile a Bruxelles, sai che divertimento!». E a Grillo, che ieri si è fatto fotografare con una corona di spine in testa, non pare vero di svoltare. Ecco perché Farage piace, anzi deve piacere. E non solo perché fa le battute. «Non è un razzista. E con l'Ukip - dice il leader M5s a Tom Kington - esistono punti in comune sul tema dell'immigrazione. In generale Farage non è come viene descritto, così come io non sono il fascista raccontato dai giornali italiani. Vuole solo controllare i flussi migratori in Europa, così come vogliamo fare noi». E, a riprova di quanto sia ingiusta la patente di «razzista» Grillo ricorda che Farage «ha scelto di non stringere alleanza con la Lega Nord».

Detto questo non esiste ancora un accordo con Farage. «L'ho incontrato perchè volevo un faccia a faccia - spiega - Posso dire che mi è piaciuto». Ora la parola passa ai sostenitori di M5S, che attraverso la rete rifletteranno sull'esistenza di ogni possibile denominatore con la formazione inglese e decideranno se e quali posizioni in comune il movimento ha con l'Ukip. Rete o non rete, però Grillo insiste su certe affinità: «Non cambieremo il nostro programma, non cambieremo le nostre idee, ma se parliamo di concetti come quello della democrazia diretta allora abbiamo qualcosa in comune». Del resto, nell'intervista (ben 890 post per la versione web!) Grillo ricorda anche che il movimento è tenuto a cercarsi dei partner nel parlamento europeo: «Con 17 parlamentari, se formi un gruppo autonomo, sei tagliato fuori». Ma dopo l'incontro tra Farage e Grillo, mercoledì a Bruxelles, l'Ukip ha rilasciato una dichiarazione per precisare che, in un potenziale nuovo gruppo, i partiti potrebbero fare campagna e votare come meglio credono pur restando nel quadro di un accordo di massima. E per chiarire le idee ai malpancisti del movimento, irritati dalle foto che ritraggono il loro leader accanto al sorridente populista, il blog di Grillo pubblica una nota dell'ufficio stampa di Farage in cui si premette che il gruppo Efd (European freedom and democracy) garantisce libertà di voto alle sue componenti nazionali e nello statuto sostiene la volontà popolare, il rispetto delle tradizioni e culture e rifiuta xenofobia e antisemitismo. Entrare nel gruppo, si spiega, è un «matrimonio di convenienza», una scelta strategica per ottenere posizioni nelle commissioni parlamentari europee, finanziamenti, tempo di parola in Parlamento, un segretariato professionale. Chissà cosa ne pensa l'ideologo Casaleggio che, ieri a Milano, ha incontrato i 17 eletti all'europarlamento.

Qualche accenno di Gianroberto sulle misure economiche che verranno, Grillo via Skype e molti malumori su quel maledetto documento che non doveva uscire.

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