Rubrica Cucù

Quel miserabile silenzio su Almirante

Dopo il diluvio universale per il trentennale della morte di Berlinguer, ieri si è osservata una giornata di silenzio pressoché totale per il centenario di Almirante

Quel miserabile silenzio su Almirante

Vi ricordate il diluvio universale di tv, giornali, istituzioni e libri per il trentennale della morte di Berlinguer? Beh, ieri si è osservata una giornata di silenzio pressoché totale per il centenario di Almirante. Altro che sconfitta ai mondiali, questa sconfitta della civiltà, del rispetto e della memoria è mille volte peggio. Non c'è nemmeno l'alibi politico, elezioni alle porte, portare acqua al mulino di qualcuno. No, qui parliamo di un leader del passato di una destra che non c'è più. E non parliamo solo del leader di una minoranza antagonista. Almirante era popolare più del suo partito, aveva un indice di gradimento superiore a Berlinguer e Fanfani, era amato da mezza Italia, ammirato anche di più, e odiato dall'altra metà. Il miglior oratore... I giornali non hanno dedicato mezza riga a quel centenario, la Boldrini ha ridotto meschinamente il suo ruolo super partes al ruolo superpartigiano, il silenzio di tanti cacasenno... Onore a Napolitano che ha reso onore all'altro Giorgio. Per il resto uno schifo, lasciatemelo dire. Nessuno chiedeva santini, potevano pure criticarlo come abbiamo fatto noi ricordando Berlinguer. Ma l'omertà riflette lo spirito mafioso del Paese, il silenzio rispecchia la morte delle anime e la vigliaccheria che invece non muore col tempo. E la dice lunga sulla cancellazione d'idee, persone, opere e iniziative «non allineate». Fa capire perché non c'è speranza che un'idea o una personalità difforme possa mai essere riconosciuta, magari criticata, ma considerata.

Miserabili.

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