Rubrica Cucù

Quell'uomo a comando, vero all'inverosimile

Ho visto Berlusconi a spizzichi e bocconi a novemila chilometri dall'Italia. Impressiona una sola cosa: si ostina a essere Berlusconi

Ho visto Berlusconi a spizzichi e bocconi a novemila chilometri dall'Italia, un po' da Vespa, un po' da Santoro. Di Berlusconi politico non dirò, giuro, una parola, forse è l'aspetto che ora m'interessa meno. Non dirò nulla dei suoi giudizi, dei suoi programmi e delle sue promesse. Non dirò nulla nemmeno di chi lo ha intervistato: ha fatto la sua parte in commedia e il suo mestiere, anche se fazioso. Mi è piaciuto meno chi prima era servile e ammiccante con lui e ora lo interrompe con un'insolenza e un'asprezza che ieri gli avrebbe fatto onore e oggi fa un po' ribrezzo. Dirò invece di lui, Berlusconi. Impressiona una sola cosa: si ostina a essere Berlusconi. E non c'è verso di fargli cambiare idea o ruolo, faccia o tema, o solo un po' modificarlo. Tutto, dalla chirurgia al cerone, dalla mimica ai vestiti, alle parole usate, mostra la sua fierissima ostinazione a restare Berlusconi, nonostante i tempi, i luoghi e le situazioni mutate. Semper idem, anche nella tana del lupo, in mezzo alle iene, o dopo feroci legnate di ogni tipo. Mai esausto, cedevole o soccombente. Sempre autentico nella sua inautenticità. Vero all'inverosimile. E questo rassicura tutti, amici e nemici, che lo ritrovano Identico a sé stesso, inalterabile. Che sia eroica la sua invincibile ostinazione di Re Solo o che sia insopportabile la sua faccia di gomma dura, lo direte voi. In ambo i casi è un esemplare Unico che si replica all'infinito e si riproduce a dismisura nell'audience e forse nelle urne. All'eternità gli manca un soffio.

Eternit.

Commenti