Rubrica Cucù

Un binario unico per il vagone-Letta

Non solo a sinistra si vivono le larghe intese con largo disagio. Anche a destra, se permettete.

Non solo a sinistra si vivono le larghe intese con largo disagio. Anche a destra, se permettete. Ci sembra di star solo cambiando incubo. Ma la realtà ci impone di prenderne atto e fare di necessità virtù. E allora un governo transitorio d'emergenza dev'essere sì incentrato sulle urgenze e dunque sul fare, ma deve pur avere alle sue basi una scintilla per accendere il motore, una visione comune.

Quell'idea comune non può essere la Resistenza o la Costituzione, a cui pur va il nostro rispetto, ma qualcosa che esprima il Bene Comune. Non riesco a trovare altra sintesi che questa: l'Italia e gli italiani, ovvero la loro salute e la loro sovranità, popolare e nazionale. Ognuno poi avrà le sue aspettative e le sue priorità, ma la priorità unitaria sia quella.

Poi lo spirito con cui partire non è «siamo alla frutta, altrimenti c'è il baratro» ma l'opposto: si azzera il pregresso, palla al centro, si inizia daccapo. Si ricostituisce su basi unitarie e sul reciproco riconoscimento la fase successiva quando ciascuno andrà a rappresentare la sua parte.

Arrivano morte la destra, il centro e la sinistra, sfiniti i loro leader e i loro simulacri. Erano l'ultimo retaggio del Novecento. Questo interregno serva a cambiare le forze politiche e la loro cultura, i loro leader e i loro dirigenti. Impresa temeraria quasi come uscire dalla crisi. Ma l'unico modo per accettare il promiscuo vagone Letta che sta partendo è istradarlo su questo binario, Bene Comune e politica nascente.

Senza una visione comune il treno non parte o deraglia.

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