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I democratici tremano: "Se decapitano il Pdl siamo noi a implodere"

Alla vigilia della sentenza della Cassazione il Pd piomba nel panico per la tenuta del governo. E c'è chi spera nel Colle per evitare le urne

I democratici tremano: "Se decapitano il Pdl siamo noi a implodere"

Il countdown è partito, e nel Palazzo stanno tutti col fiato sospeso, in attesa della pronuncia della Corte di Cassazione sul destino (anche politico) di Berlusconi. Nel Palazzo e nel Pd, che - secondo un suo autorevole esponente come Ugo Sposetti - rischia di «saltare come un birillo» se la condanna al Cavaliere venisse confermata: «Non la reggeremo: per noi sarà una botta tremenda e il partito imploderà».
Le previsioni dell'ex tesoriere dei Ds echeggiano i ragionamenti dello stesso Berlusconi con Libero: «Non saremo noi ma il Pd a far cadere Letta, se venissi condannato». L'ansia per il verdetto dei giudici di terzo grado arriva fino a Palazzo Chigi. Gli amici del premier, mostrano grande ottimismo: «Le previsioni che si sentono fare sulla sentenza sono per lo più positive», dicono. «Positive» per il Cavaliere e di conseguenza per la tenuta delle larghe intese. Anche a Enrico Letta e ai suoi collaboratori è chiaro che un Berlusconi condannato, privato della libertà e interdetto dai pubblici uffici innescherebbe un cortocircuito devastante, che dal Pdl si propagherebbe in un soffio al Pd, ai suoi parlamentari che il governo lo devono sostenere ogni giorno in aula e alla sua base. E «quel che è successo sull'elezione al Quirinale di Marini e poi di Prodi, con gli elettori Pd che ci assediavano e ci inseguivano e manifestavano, diventerebbe niente in confronto a quanto potrebbe accadere ora», confida un esponente ex Ppi. Quanti deputati e senatori democrat inizierebbero allora a mettere in discussione il patto di governo che li lega al centrodestra? «Io ci parlo tutti i giorni, con i miei colleghi - assicura il senatore Francesco Russo, vicino a Letta, «e non vedo fibrillazioni, anzi: tutti ci vanno con i piedi di piombo, e la stragrande maggioranza dei parlamentari Pd, ma anche Pdl e persino grillini, non ha alcuna voglia di tornare a votare. Se Berlusconi e i suoi non danno fuoco alle polveri, non accadrà nulla di sconvolgente. A parte naturalmente i soliti “fighetti”, come dice Enrico, che pianteranno casino». E poi c'è sempre il baluardo del Colle, che può reggere l'ondata di piena post-Cassazione: «Il pallino è lassù, e Napolitano non si farà spaventare da una sentenza e negherà le elezioni anticipate a tutti, anche a Berlusconi», assicura un esponente Pd con buoni contatti con il Colle. Letta si muove come se avesse davanti tempi molto lunghi: organizza viaggi e missioni all'estero, e proietta l'orizzonte oltre il 2014. Si mostra cauto anche il renziano Paolo Gentiloni: «Non so come andrà in Cassazione, ma non capisco gli scenari apocalittici per il Pd dipinti da Sposetti: l'uscita di scena di Berlusconi è un problema enorme per il Pdl, ma non per il Pd. Se non di conseguenza». La crisi di nervi che si aprirebbe a sinistra, nel ritrovarsi alleati con un Caimano ai ceppi, sarebbe «interamente oscurata» da una crisi ben più terremotante che investirebbe il Pdl, decapitato per verdetto giudiziario. Berlusconi invita alla calma e assicura che non staccherà la spina a Letta, ma nessuno nel Pd se la sente di giurare su cosa accadrebbe dopo una condanna.

Quindi, «non ci resta che sperare nella benevolenza della Corte, e pregare perché ci conservi il Cavaliere», conclude ironico - ma non troppo - un senatore ex Ds.

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