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Già finita la Marinomania: il sindaco scaricato da tutti

Troppi errori e gaffe, adesso anche «Repubblica»boccia l’ex chirurgo al Campidoglio Caos su vigili e aree pedonali, 9 milioni allo staff. E la giunta rischia pure il rimpasto

Già finita la Marinomania: il sindaco scaricato da tutti

Centoventi giorni da sindaco e sentirli tutti. Il medico del Pd, eletto al Campidoglio solo a giugno, sta riuscendo nel miracolo: le uniche larghe intese che funzionano sono quelle contro di lui. Dal Pd al centrodestra alla sinistra extra Pd, che pure lo aveva appoggiato, fino ai pizzardoni romani (vigili urbani), che addirittura hanno convocato un'assemblea sindacale durante Roma-Napoli – tanto per capire la gravità della cosa - già nessuno lo può più vedere. Dopo il record per il primo trapianto di fegato da babbuino, Ignazio il torchio punta diritto al secondo primato extramedico: sindaco gradito per il minor tempo possibile. Anche la Repubblica lo stronca ferocemente: «In un solo colpo Marino ha ridicolizzato l'arma dei carabinieri, il corpo dei vigili urbani, il diritto amministrativo, la sapienza giuridica del capo di gabinetto, e per finire anche la parola curriculum sulla quale pedala più che sulla sua stucchevole bici».

Persino la trovata di andare in Comune in bici si è tramutata in farsa, quando i fotografi hanno mostrato che dietro al sindaco «anti Casta» («parole parole parole» canta la capogruppo Pdl Sveva Belviso in versione Mina), che rifiuta auto blu e scorta e va in bicicletta, c'era una mezza dozzina di gendarmi affannati a pedalargli dietro. A quel punto più onesta un'auto di servizio. In compenso la sua automobile personale, un Panda rossa, è sempre parcheggiata davanti a Palazzo Madama, negli spazi riservati ai senatori, anche se lui non lo è più da quattro mesi. Fossero solo queste le cantonate prese dal sindaco-chirurgo, speriamo più accorto in sala operatoria. L'ultima è la nomina del capo dei vigili, il colonnello dei carabinieri Oreste Liporace, curriculum lunghissimo, presentazione ufficiale, stretta di mano col sindaco, tutto perfetto tranne che per un dettaglio. Il carabiniere scelto dal sindaco Marino non ha i requisiti richiesti dal bando (non è dirigente da più di 5 anni). In compenso i vigili romani, 6.300 addetti, sono in rivolta col chirurgo democratico. Tre mosse, quattro errori.

E la pedonalizzazione dei Fori? Ottima per sfilare tra le rovine antiche con la sua bicicletta, pessima per i commercianti e abitanti della zona che sono insorti con la decisione presa da un giorno all'altro, sconvolgendo la già sconvolgente mobilità romana.

Il Pd sembra averlo già mollato, a cominciare dal suo regista elettorale, l'ex veltroniano Bettini, mentre sulla giunta appena nata soffia vento di rimpasto. I dubbi iniziali di chi sottolineava l'estraneità alla città del neo sindaco nato a Genova e specializzatosi negli States, (lui controbatte: «Ho passato l'adolescenza a Roma»), si stanno avverando uno dopo l'altro. Basta la foto del sindaco con la doppia sciarpa della Roma e della Lazio al derby (una blasfemia inaudita per i romani) per capire la distanza stratosferica di Marino dalla città.

Tra sé e gli altri Marino ha messo il suo staff di fidati. Un mega-staff: 61 assunti in sette sedute di giunta capitolina, per una spesa complessiva, di qui al 2015, di quasi 9 milioni e mezzo di euro, ha calcolato Lanotiziagiornale.it. Diciassette assunti solo nel gabinetto del sindaco, dove il capo-ufficio stampa prende 170mila euro l'anno. Tutti scelti nella vasta platea di ex qualcosa. Dentro l'ex storica segretaria di Veltroni (Silvia Decina), l'ex consigliere regionale del Pd (Enzo Foschi), l'ex direttore dei cantieri del Giubileo e via così. Mirabolanti alcune nomine, come quella di Benedetta Cappon, figlia dell'ex direttore generale della Rai ma soprattutto già portavoce degli occupanti del Teatro Valle, sottratto al Comune di Roma (e pagato però dalla collettività). Assunta a chiamata diretta su proposta di Flavia Barca, sorella dell'ex ministro Barca (Pd), voluta da Marino come assessore. Gaffe, parentopoli, errori, e siamo solo al 120esimo giorno. Un lavoraccio, devono dargli di più. Perché l'allegro chirurgo è riuscito a dire che «4.500 euro di stipendio sono pochi per amministrare Roma».

E si spiega perché ha mezza dozzina di vigili che lo scortano quando pedala.

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