Rubrica Cucù

Orgoglio espatriottico

In ogni italiano si nasconde un migrante, un po' clandestino un po' esibizionista. Mi è capitato di avere due consecutivi incontri pubblici, uno a Nord e uno a Sud. A Nord mi sono trovato a tavola con un gruppo di imprenditori. La metà di loro annunciava di voler lasciare l'Italia e portare la propria impresa all'estero, l'altra metà diceva che avrebbe lasciato la propria azienda in Italia, magari ceduta a stranieri, andandosene all'estero. Alcuni ci stavano pensando sul serio, altri si accingono a farlo davvero. A Sud, discorso simmetrico. A eccezione di uno di loro, farmacista, che aveva istigato suo figlio a proseguire la farmacia, tutti gli altri commensali avevano perso i loro figli, migrati all'estero. Alcuni erano tentati di andarsene anche loro, una volta in pensione, al seguito dei loro figli o altrove.

Diceva una mamma: qui abbiamo perso la nostra ragione di vita.
Il nemico per molti è Strozzitalia, a cui è affidato il massacro a tassi d'usura degli italiani, per altri il fisco e la sua pressione, poi ex-aequo la giustizia e la criminalità, quindi la casta e i suoi sperperi. Qualcuno si sente estraneo in casa perché circondato da migranti. A Roma la migrazione potenziale è minore. Sarà per i ministeri, sarà per il Papa, ma si pensa più a migrazioni stagionali, come gli uccelli. Quanto potrà ancora durare questa giostra chiamata Italia? Chi pagherà le pensioni di chi espatria? La penisola disormeggia e se ne va, a bordo dello scafismo mentale.

Nasce una nuova figura d'italiano: l'espatriota.

Commenti