Rubrica Cucù

Chi ha paura del babau populista

Il populismo è l'infiammazione di un popolo stremato, che ha perso le difese immunitarie. Non potete demonizzare la reazione comune allo stato di cose

Ma volete finirla di spaventare i cittadini col gatto mammone del populismo? Dico a voi, premier Letta, voi potenti eurocrati, voi stampa e propaganda, voi sinistra. Il populismo è il nome d'arte del comune disagio, è il risultato naturale di una democrazia rubata, di una sovranità esautorata e di un dominio sempre più cieco della finanza a danno delle persone. Il populismo è l'infiammazione di un popolo stremato, che ha perso le difese immunitarie. Non potete demonizzare la reazione comune allo stato di cose.

È giusto semmai essere più esigenti, non accontentarsi del primo tribuno della plebe che capita, portare a rigore le sacrosante ragioni e il giustificato malessere. Grillo, per esempio, non spaventa perché populista, o addirittura xenofobo, come dice Sua Santità Atea Papa Scalfari. Le denunce grillesche sono sguaiate ma in larga parte sono fondate. Il vero problema di Grillo è che non rappresenta nemmeno una vaga risposta al malessere; lui, che è già mille volte meglio dei suoi parlamentari, non saprebbe dove mettere le mani; è solo un formidabile animatore, agitatore, intrattenitore in attesa del Disastro. Ma i suoi sono duecento sprovveduti baciati dalla rete.

Come tutti i sorteggiati, tra loro sarà capitato qualcuno bravo, ma la massa dei nominati rispecchia il nulla da cui proviene. Però non è il populismo a spaventare, semmai il dilettantismo, l'assoluta inadeguatezza a rappresentare il popolo, i suoi problemi e le sue risposte.

Sorge il populismo quando falliscono le élite.

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