Rubrica Cucù

Presidenzialismo alla vaticana

Stavolta l'Uomo della Provvidenza - Papa Bergoglio - è salutato con particolare fervore da progressisti, radicali, socialisti e libertari

Evviva, un uomo solo al comando. Superman pensaci tu, scavalca le gerarchie e le élite, rivolgiti direttamente al popolo e alle folle oceaniche che ti plaudono, scaccia i corrotti e abolisci i privilegi, decidi tu la Riforma e magari la Rivoluzione, sei tu la nostra Guida, che in Germania si dice Führer, tra gli ispanici Caudillo e in Italia si diceva Duce. Stavolta l'Uomo della Provvidenza è salutato con particolare fervore da progressisti, radicali, socialisti e libertari. Sto parlando di Papa Bergoglio e dell'entusiasmo che suscita in quel versante, soprattutto tra gli atei e gli anticlericali. Eugenio Scalfari, nel suo fervore papesco, dice che il Papa ha abolito addirittura il peccato. Presto dirà che il Papa ha abolito il divino per rendere la Chiesa più umana.

Non sto criticando il Papa ma sto notando una sorprendente conversione. Per secoli i progressisti hanno rimproverato alla Chiesa di essere una Monarchia assoluta, fondata sul dogma dell'infallibilità papale, autoritaria, in cui chi decide non tiene conto del Parlamento ecclesiale ovvero il Sinodo e la Cei e degli organi istituzionali, come la Curia. Poi arriva Papa Francesco e cambia la musica, anzi si rovescia lo spartito. Ma la cosa più curiosa è che gli stessi radical che nella vita laica sono contrari al presidenzialismo, temono l'uomo solo al comando, avversano il decisionismo, la monarchia e il populismo. Il Papa fa l'esatto contrario e i nuovi atei devoti diventati papulisti, s'inginocchiano al Mito del Capo, anzi del Papo.

Viva il Papa Re.

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