Politica

Due cosette su Boldrini, Casini e Alfano

Tutti maestri, a parole. Ma ci rendiamo conto che sono solo dei miracolati?

Due cosette su Boldrini, Casini e Alfano

Va bene che siano entrati in un clima ecumenico, che grazie al patto riformista tra Berlusconi e Renzi forse è finita la guerra civile e tutti dobbiamo essere più buoni. Ma c'è un limite. Buoni sì, fessi no. Prendiamo il caso Boldrini, cioè l'indignazione collettiva per gli insulti sessisti scatenati su internet da una battuta-sondaggio di Grillo («cosa faresti in auto da solo con la Boldrini?»). Mi chiedo: perché se Crozza parla su una tv pubblica del «cavallo pieno di troie» che Berlusconi avrebbe introdotto nella sede del Pd, il pubblico di Ballarò può spellarsi le mani dagli applausi e il popolo della sinistra sganasciarsi di risate senza che questo costituisca scandalo? Non vedo perché gli elettori grillini dovrebbero essere meno stupidi e volgari di chi vota a sinistra. Grillo ha fatto una volta e per scherzo quello che Gad Lerner e Santoro ci hanno propinato per anni nelle loro trasmissioni: sputtanare le donne della parte politica avversa. Eppure loro sono considerati maestri, anzi di più: intellettuali. Sì, del piffero. Come Casini, quello che pochi anni fa voleva fondare un nuovo Cnl, Comitato di liberazione da Berlusconi. Eccolo, a un passo dalla fossa, spiegarci oggi che la salvezza del Paese può passare solo da una grande alleanza con Berlusconi. Siamo felici del ravvedimento ma, non dico tanto, chiedere scusa no? Non importa, andiamo avanti. Alfano. Tre mesi fa era convinto di essere il leader del futuro centrodestra. Ha fondato pure un partito sostitutivo di Forza Italia. Ieri ha ridimensionato l'obiettivo ammettendo che al massimo lui sarà fondamentale per far vincere le elezioni a Berlusconi. Aspettiamo altri tre mesi e - coi sondaggi in caduta libera - anche quel «fondamentale» sarà rimangiato e sostituito da un più realistico «disponibile». Ma pronunciato sempre con la solennità e l'enfasi di chi la sa lunga. Tutti maestri, a parole. La Boldrini, Casini, Alfano. Ma ci rendiamo conto che sono solo dei miracolati? Messi tutti assieme, loro e i loro partitini, non arrivano al cinque per cento. In nessun altro Paese del mondo sarebbero seduti non dico in Parlamento ma neppure in un consiglio comunale. La cosa pazzesca è che invece hanno fatto e fanno i ministri e i presidenti della Camera. La cosa incredibile è che occupano spazi televisivi e paginate di giornale come neppure un premier riesce a fare.

Ci vorrebbe uno sbarramento, oltre che in Parlamento anche nei mass media: chi rappresenta meno di tre italiani su dieci ha diritto ad apparire in tv ma nei programmi dell'accesso, a notte fonda.

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