Rubrica Cucù

L'orrenda "diretta" del Grillo Cedrone

Ho provato vergogna e disgusto per Beppe Grillo che pure non ho mai giudicato con antipatia

L'orrenda "diretta" del Grillo Cedrone

Ho trascorso gran parte della mia vita all'opposizione e ho un'istintiva allergia e diffidenza per il potere. Eppure l'altro giorno ho provato vergogna e disgusto per Beppe Grillo che pure non ho mai giudicato con antipatia, anzi ho condiviso molte sue denunce. Nel suo faccia a faccia con Renzi, in quell'orrenda diretta che ricordava i colloqui dei detenuti o il processo a Ceausescu, Beppe ha fatto il guitto prepotente in funzione delle telecamere. Alzava la cresta come un gallo. Puoi avere tutte le riserve su Renzi ma capivi in che mani viceversa saremmo col Grillo Cedrone; uno come lui non ha nulla da offrire all'Italia se non lo sfogo di insultare chiunque sia al potere, a priori e senza ascoltare, in virtù di quella Purezza Ringhiosa che deriva dal rifiuto apocalittico di ogni responsabilità presente, giacché potere eguale corruzione. Il Puro parla nel nome della Verità; ma poi la Verità viene confusa con la volgare trasparenza della diretta streaming, dove si dà il peggio per compiacere il pubblico. La Verità, per i grillini, discende dall'investitura democratica e divina della Rete, questa entità metafisica che si materializza in poche migliaia di blog dei loro tifosi. E lì senti in tv, i grillini, decretare dannazioni con l'arroganza giacobina dei Detentori di Verità, espressa da un campioncino di popolo più piccolo di un piccolo municipio. Poi senti Grillo che si dichiara non democratico e favorevole a una sobria dittatura e capisci che qui l'unica parola di troppo è «sobria».

Ma la dittatura è una cosa seria.

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