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Alfano gioca coi sondaggi e molla il Cavaliere ai pm

"Noi maggioranza nel centrodestra". Sulla decadenza ripete: non cambierà il governo. Poi l'attacco a Forza Italia: noi vogliamo bene a Silvio, loro lo violentano ogni giorno

Alfano gioca coi sondaggi e molla il Cavaliere ai pm

Roma - Non è facile muoversi sul filo sottile di un paradosso: trasmettere il messaggio che si è più berlusconiani dei berlusconiani pur avendo abbandonato il partito di Berlusconi. E al contempo segnare il terreno cercando di differenziarsi da Forza Italia, menando fendenti verso gli ex compagni di partito. Avviene così che a una settimana dalla conferenza stampa che ha sancito il varo del Nuovo centrodestra, la presentazione formale del partito di Angelino Alfano diventi la scintilla per una replica del format dei «cugini coltelli», da tempo in onda sulle scene della politica, e l'occasione per lanciare una sfida «maggioritaria»: «Saremo il primo partito del centrodestra».
Il cuore del discorso dell'ex segretario del Pdl, quello inevitabilmente destinato a rubare i titoli dei giornali, è il passaggio relativo alla «violenza» subita dall'ex premier da parte dei «falchi» ora in Forza Italia e ribadire la fiducia incondizionata al suo padrino politico. «Caro presidente Berlusconi - esordisce Alfano - qui c'è gente che le vuole bene, che le vuole tanto bene, che resta nel centrodestra». Una premessa che serve a introdurre il passaggio sulla scissione (mentre sulla decadenza è Beatrice Lorenzin a dettare la posizione: «Il governo va avanti anche se Berlusconi decade da senatore»). «Qui c'è gente che si era stancata dell'idea che il nostro movimento finisse in mano a radicali ed estremisti e che non accettava che la capacità di sintesi e grande equilibrio del nostro presidente venisse violentata ogni giorno. Ci siamo stancati del fatto che quel grande equilibrio e la capacità di sintesi di Silvio Berlusconi fossero ogni giorno violentate da chi gli stava accanto per ambizioni personali e che porterà Forza Italia in una direzione che non è la nostra».
Naturalmente, al di là della polemica frontale che trasforma la scissione di velluto in un divorzio al vetriolo, per Alfano è anche l'occasione per presentare i suoi nuovi gruppi parlamentari. Al Tempio di Adriano a Roma ci sono tutti: Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo e Gaetano Quagliariello, seduti in prima fila, in terra, ad ascoltare il loro nuovo leader che parla senza le distanze di un podio, senza palco. E anche un presidente di Regione come Giuseppe Scopelliti che rappresenta uno dei cardini (e dei portatori di voti) su cui fondare il nuovo partito, nel Sud d'Italia. Lupi dà innanzitutto i numeri: 30 senatori, 29 deputati, 1 presidente di Regione, 16 assessori regionali e 88 consiglieri regionali. «Il 7 dicembre - spiega Lupi - a Roma ci troveremo per presentarci tutti insieme». Il riferimento è al lancio ufficiale che avverrà nella location dei vecchi Studios in via Tiburtina (mentre sabato prossimo dovrebbe esserci una convocazione milanese). Una ricerca dei riflettori necessaria per mostrare movimentismo in una fase di lancio e sfruttare l'onda mediatica. Annunciato il calendario, prende la parola Alfano che punta a slegare le grandi intese dalle future alleanze: «Il Nuovo centrodestra sarà il valore aggiunto per fare vincere la coalizione alternativa al centrosinistra». E lo farà sfidando i sondaggi attuali che certo non regalano grandi soddisfazioni a Ncd. «Prima di Natale ci siamo dati l'obiettivo di far nascere un circolo in ognuno degli 8.100 comuni italiani. Confesso la mia grande gioia ed emozione di essere il socio fondatore del più grande partito del centrodestra in Italia.

Abbiamo una ambizione grande: far tornare a vincere il centrodestra con i nostri valori e programmi».

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