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Parte l'operazione anti sbarchi: l'emergenza costa 210 milioni

Al via oggi da Lampedusa la task force "Mare Nostrum", il governo: "Non serve una nuova copertura". Polemica sui fondi "dirottati" dal contrasto alla mafia

Il ministro della Difesa Mario Mauro
Il ministro della Difesa Mario Mauro

Roma - Sarà una missione militare e umanitaria: Mare nostrum. L'Italia schiera da oggi droni (aerei senza pilota) due elicotteri con strumenti ottici ed infrarossi, un velivolo P180 con tecnologia «flare», ovvero con visione notturna, cinque navi, di cui una anfibia, la San Marco, con attrezzatura di soccorso ospedaliera ed ampi spazi per il ricovero degli immigrati e per la messa in acqua di gommoni per il recupero di naufraghi in mare aperto. La forza marittima sarà composta anche da due fregate e due pattugliatori. Sono i mezzi di pattugliamento e soccorso, la task force avviata dopo le stragi dei mari e un nuovo sostegno dell'Unione Europea. L'operazione nel Mediterraneo è stata definita ieri a palazzo Chigi con una riunione presieduta da Enrico Letta, affiancato dai ministri Alfano, Bobino, Mauro, Lupi, Moavero Milanesi, dal sottosegretario Minniti e dal capo di Stato maggiore della Difesa Binelli. Al vertice tecnico non era presente un rappresentante del ministero dell'Economia, ma Alfano ha chiarito che la spesa della missione verrà gestita attraverso le disponibilità all'interno dei «bilanci dei rispettivi ministeri che servono a coprire anche questa operazione: non siamo in presenza di una legge per cui serve una nuova copertura».
In realtà un supporto al fondo immigrazione arriva anche dalla «manovrina» del governo per il rientro del deficit. Nel testo è confermato per ora per il comparto immigrazione un investimento iniziale di 210 milioni di euro, così come era stato definito la scorsa settimana. Il fondo sarà destinato in gran parte all'operazione per fronteggiare l'emergenza, con 20 milioni per i minori stranieri non accompagnati. La copertura economica è già definita secondo quanto messo per iscritto dal Viminale: 90 milioni di euro provengono dal Fondo rimpatri, 70 milioni dalle entrate dell'Inps derivanti dalla regolarizzazione degli immigrati, 50 milioni dal «fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell'usura». L'allarme sbarchi dirotta quindi per ora una parte di fondi anche dalla «cassa» per le vittime di azioni mafiose, non senza polemiche.
«Abbiamo tre livelli per affrontare i flussi migratori - ha spiegato ieri Alfano - quello estero di cooperazione internazionale tendente a fare di tutto perché i migranti non partano; un livello relativo al controllo della frontiera, che è europea non italiana; terzo livello, l'accoglienza e il dispiegarsi del dispositivo nazionale».
Il pattugliamento sarà mirato alla caccia ai trafficanti di uomini che nel Mediterraneo conducono centinaia di profughi e clandestini dalle coste africane al canale di Sicilia. «La nuova missione Mare nostrum avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa di fare impunemente traffico di esseri umani - ha spiegato ancora Alfano - Un effetto che sarà garantito dall'azione di pattugliamento, con la possibilità di intercettare i mercanti di morte», e l'intervento delle procure «che già in due circostanze ha portato al sequestro delle navi e all'arresto dell'equipaggio».
L'operazione italiana sarà di supporto a Frontex, il servizio di pattugliamento europeo, che è comunque sin d'ora «potenziato». La durata della task force sarà legata alle «circostanze», ha chiarito il ministro della Difesa Mauro. L'obbiettivo: «più sorveglianza e più soccorso».

L'Italia, ha ripetuto Alfano, non chiede aiuto all'Europa per «fare scaricabarile», ma si assume «le sue responsabilità».

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