Politica

In Alto Adige i pensionati d'oro da 90 milioni

Nella Regione Autonoma 123 politici hanno maturato il diritto a un vitalizio faraonico. Che per molti supera il milione

In Alto Adige i pensionati d'oro da 90 milioni

Tedeschi e italiani uniti nel privilegio. In quel Trentino-Alto Adige dipinto da sempre come un presepe virtuoso ma che oggi si rivela come una greppia delle più sconce. Si scopre ora un'ammucchiata arcobaleno che fa piazza pulita di anni e anni di incomprensioni, muro contro muro, voglia di secessione. Tutto vero, ma fino a un certo punto. Perché quando c'è da spartire un tesoro diffidenze e rancori spariscono d'incanto e tutti parlano la stessa lingua: quella dei soldi. Tanti e tanti ancora. La casta, la casta che non muore mai, affiora con tutta la sua vergognosa arroganza nell'estremo nord del Paese. In quello spicchio di confine erroneamente indicato come modello senza peccati. Falso, almeno per quel che riguarda il capitolo vitalizi e vecchiaie serene. Da Trento e Bolzano emergono numeri che si fa fatica a credere: settecentomila-ottocentomila euro, un milione e anche più verso vette che il comune mortale non vede neanche con il binocolo. Bastava un passaggio di cinque anni in consiglio regionale e il gioco era fatto: il sistema è stato modificato solo nel 2012 e dunque i sontuosi trattamenti maturati in precedenza sono immuni da qualunque ribasso o sacrificio. La crisi non tocca i big e i peones della politica altoatesina e trentina, affacciati su un cielo che pare un forziere.
In testa alla graduatoria c'è l'ex assessore della Südtiroler Volkspartei Sabina Kasslatter Mur, quattro legislature sulle spalle, con lo stratosferico vitalizio di un milione e 425mila euro. Insomma, a incassare più di tutti è un'esponente del partito della minoranza tedesca che ha spesso mostrato insofferenza per Roma e per i vizi della nostra politica. Evidentemente a Bolzano si sono contaminati e hanno preso il peggio del nostro sistema, peggiorandolo ulteriormente. Il vitalizio è diviso in due: una parte va all'incasso in questi giorni, il resto è al sicuro nel fondo Family e verrà versato all'interessata fra il 2018 e il 2021. La lista comprende 123 nomi di consiglieri o ex consiglieri regionali che soddisfano tutte le tendenze. Mauro Delladio e Pino Morandini di Forza Italia, una lunga permanenza in consiglio, portano a casa rispettivamente un milione e 322mila euro e un milione e 112mila euro. Una prima tranche, grossomodo, quattrocentomila euro a testa, verrà pagata subito, il resto in 4 rate fra il 2018 e il 2021. Più o meno gli stessi numeri garantiti a Eva Klotz. Sorpresa, pure lei, la dura e pura pasionaria dell'indipendentismo tirolese, la figlia del leggendario Georg Klotz, il Martellatore della Val Passiria, il fuorilegge che seminava il terrore in queste terre contese, ha fra le mani un vero e proprio tesoro: un milione e 136mila euro.
L'ex governatore della provincia di Bolzano Luis Durnwalder, un pezzo da novanta della Südtiroler Volkspartei, già noto alle cronache perché considerato uno dei politici italiani con la retribuzione più alta, 11.800 euro netti al mese, si deve accontentare di un milione. Spicciolo più spicciolo meno. Poveretto. Come il suo storico collega di Trento, quel Lorenzo Dellai che è stato fra i fondatori di Scelta civica e che viaggia sopra quota cinquecentomila. Ma la graduatoria degli intoccabili e delle loro vedove, perché ci sono pure loro con gli assegni di reversibilità, è chilometrica e beneficia tutto e tutti: sopra i cinquecentomila euro sta pure il senatore del Partito autonomista trentino tirolese Franco Panizza. Apparentato a Palazzo Madama ai tedeschi della Südtiroler Volkspartei. Lui, beato fra i fortunati, intravede un futuro due volte radioso: un vitalizio da mamma Regione, un altro da papà Parlamento. Per inciso, è forse la prima volta che la Regione Trentino Alto Adige fa notizia nella sua storia: infatti è un organismo fantasma, oscurato dalle province di Trento e Bolzano, non ha alcun potere, ma va bene per entrare nel club dei milionari. In tutto il bottino messo da parte ammonta a 90 milioni di euro e bisogna ringraziare il Movimento 5 stelle e il quotidiano Alto Adige perché con la loro testarda battaglia per la trasparenza sono riusciti almeno a catturare le cifre prima ben nascoste e sconosciute all'opinione pubblica. Ma questo è uno scandalo che ha messo radici profonde: la pubblica mangiatoia distribuirà assegni fino al 2021.

È come il gioco del lotto: ma a vincere saranno sempre gli stessi.

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